I treni merci non sono un servizio aggiuntivo, da far circolare quando c’è spazio sulla rete, senza garanzie sui tempi di percorrenza e “mandandoli in buca”, come dicono i ferrovieri, vale a dire obbligandoli a sostare su un binario di stazione per dare precedenza, ovviamente, a un treno passeggeri. Al contrario, devono avere pari dignità. Una lezione in questo senso viene dalla Svizzera, Paese che tradizionalmente ha una spiccata cultura per il trasporto ferroviario. L’obiettivo delle Autorità elvetiche e del gestore della rete è quello di assicurare al traffico merci le necessarie quantità e qualità di tracce in modo da sfruttare al meglio le caratteristiche delle linee e i potenziamenti infrastrutturali in corso o già realizzati, non ultimo il corridoio Alptransit.
La pianificazione delle capacità infrastrutturali non è nuova in Svizzera in quanto le caratteristiche generali sono state delineate nel 2012 e il primo programma di utilizzazione della rete (Prur) è stato adottato nell’agosto 2017. Ora nel febbraio 2021 è arrivato l’ultimo aggiornamento del Prur in quanto, nel frattempo, il Parlamento svizzero ha adottato il nuovo grande piano poliennale di investimenti sulla rete, conosciuto come Fase di ampliamento 2035 (che aggiorna la precedente FA 2025).
Non può sfuggire, visto l’orizzonte temporale, una certa lungimiranza di vedute nella pianificazione svizzera. La cosa non deve stupire perché i piani di utilizzazione della rete (Pur) vanno allestiti e se necessario aggiornati sei anni prima del rispettivo anno d’orario: per questo motivo a gennaio 2021 era già disponibile il Pur 2027, rispettando la proverbiale precisione svizzera. Il piano punta a garantire pari diritti di circolazione (tracce orarie) per il traffico merci e passeggeri, in modo da creare le premesse per un'offerta competitiva in entrambi i settori.
Alla base c’è una pianificazione vincolante delle tracce a lungo termine in quanto il traffico merci deve disporre di un numero sufficiente di itinerari di qualità senza rischiare di essere penalizzato qualora il servizio passeggeri accresca le sue esigenze. I Pur sono vincolanti, sia per le autorità (quindi l’Ufficio Federale dei Trasporti), sia per il gestore della rete. Secondo il nuovo piano, su tutta la rete svizzera il traffico merci deve contare su almeno una traccia l’ora per direzione (questa è la previsione minima inderogabile).
Sui corridoi transalpini di transito il servizio minimo garantito è ancora maggiore, con quattro tracce l’ora sulla Chiasso-San Gottardo-Basilea, due sulla Luino-San Gottardo-Basilea e tre e mezza sulla Domodossola-Lötschberg-Basilea. Garantire le tracce, significa anche garantire l’orario, messo a dura prova dai lavori lungo l’infrastruttura.
Piermario Curti Sacchi