È ancora presto per brindare, anche perché i tempi non saranno certamente brevi, ma comunque quello che conta è il cambiamento di prospettiva. In Svizzera è caduto il veto sostanziale che finora ha frenato i progetti di completamento dei grandi assi ferroviari, tra i quali quello che va da nord a sud e che interessa maggiormente l’Italia, ma anche quello che collega perpendicolarmente l’ovest e l’est della Confederazione elvetica.
Finora per varie ragioni, soprattutto finanziarie, era prevalsa l’opinione secondo la quale una volta completato nel 2020 il progetto AlpTransit con i tunnel di base del Lötschberg, del Gottardo e del Ceneri, non fosse necessario avviare nuovi investimenti in quanto la capacità del corridoio transalpino sarebbe stata garantita ancora per decenni. Questo parere però non è mai stato condiviso dalle categorie economiche e dagli operatori. Il governo di Berna sembrava irremovibile nelle proprie decisioni, ma ora è arrivata quella che appare a tutti gli effetti una svolta.
Il 9 marzo 2023 il Consiglio degli Stati, vale a dire la Camera alta del Parlamento svizzero (conosciuta anche come Camera dei Cantoni) ha approvato una decisione vincolante indirizzata al Consiglio federale, l’organo esecutivo del Governo nazionale e quindi la più alta autorità del Paese. Il Consiglio federale, pertanto, deve pianificare nuove linee ferroviarie da est a ovest e da nord a sud e trovare rapidamente un collegamento transfrontaliero con la rete europea ad alta velocità. In pratica il Consiglio è stato incaricato di definire una visione globale di come realizzare tutte le tratte mancanti per i trasporti interni e internazionali a lunga percorrenza su tutto il territorio svizzero aggiornando il piano “Prospettiva ferrovia 2050” che in base all’attuale impostazione non coglierebbe tutti gli obiettivi prefissati.
Nel dibattito al Consiglio degli Stati, sostenuto anche dall’associazione Swiss Railvolution che persegue con tenacia l’esigenza di sviluppare tutti i corridoi ferroviari, è emerso come con gli investimenti finora pianificati la quota della ferrovia sul totale dei trasporti aumenterebbe solo del 3%, un valore del tutto insufficiente se si vuole puntare con decisione sulla modalità ferroviaria. Da qui l’invito rivolto al Consiglio federale per una approfondita riflessione su come far fronte alla domanda futura dei trasporti.
Per valorizzare il ruolo della ferrovia è necessario promuovere il traffico secondo lo schema della Croce federale che comprende due assi ad alte prestazioni da ovest a est e da nord a sud, da confine a confine. Solo così sarà possibile aumentare la capacità di tutta la rete. Nello specifico, il corridoio AlpTransit, a parte i tunnel di base, è tutt’altro che ultimato, in quanto mancano tutte le tratte di raccordo, penalizzando la vocazione di direttrice merci transfrontaliera ad alta capacità.
Al contrario, nell’attuale versione del piano “Prospettiva ferrovia 2050” per quanto riguarda l’asse ferroviario nord-sud è contemplata in dettaglio una sola opera di una certa portata, il completamento della galleria di base del Lötschberg a due binari per tutta la sua lunghezza: un investimento indubbiamente utile, ma troppo limitato. Ora spetta al Consiglio federale prendere una decisione che a questo punto è diventata vincolante.
Piermario Curti Sacchi