La vivacità dei traffici su ferro generati dal porto di Trieste sta dando la scossa a tutto il nord-est e sta favorendo il potenziamento delle infrastrutture in tutta la regione. Gli ultimi interventi in ordine di tempo riguardano la stazione di confine tra Italia e Slovenia a Villa Opicina. Dopo sette mesi di lavori e con un impegno di spesa di 1,5 milioni di euro, a fine aprile 2021 sono stati riattivati sette binari dei fasci Arsenale e PMC da destinare alla sosta delle locomotive impegnate nella trazione dei treni, soprattutto merci.
Dei sette binari complessivi, quattro sono elettrificati, in questo modo le macchine possono manovrare autonomamente senza ricorrere al servizio di manovra. Vengono così liberati alcuni binari di stazione, cosa che aumenta di conseguenza la capacità dello scalo. Nel corso del 2021 verranno avviati ulteriori lavori di potenziamento a Villa Opicina
In particolare, sarà realizzato un nuovo apparato centrale computerizzato (Acc) per gestire un maggior numero di binari. Con le opportune modifiche al piano del ferro, il modulo binari sarà portato a 750 metri, standard europeo per la lunghezza dei treni merci, e quindi funzionale al Corridoio Mediterraneo di cui Villa Opicina costituisce un impianto transfrontaliero tra Italia e Slovenia. La stazione rientra inoltre nel progetto TriHub che prevede lo sviluppo infrastrutturale e la connessione con Cervignano Smistamento e con il porto di Trieste.
L’11 marzo 2020, dopo sei anni di assenza, un treno merci aveva lasciato la stazione di Villa Opicina per giungere al porto di Trieste. Il convoglio ha percorso un tratto di una celebre linea storica conosciuta come Transalpina. Questo tracciato lungo 14,4 km e con pendenze fino al 25 per mille, costituisce un itinerario alternativo che collega direttamente lo scalo merci di Trieste Campo Marzio con la stazione di Villa Opicina evitando quindi ai convogli merci interessati la necessità di percorrere la linea Trieste-Venezia fino al Bivio D’Aurisina e da qui risalire verso la stazione di confine. Questo tratto della Transalpina era stato completamente rinnovato da Rfi con un investimento di nove milioni di euro.
Analoghi investimenti hanno già interessato l’altro itinerario fondamentale della regione, quello della ferrovia Udine-Tarvisio, nota come nuova Pontebbana, lungo il corridoio merci Baltico-Adriatico. L’8 dicembre 2020 era entrato in funzione il nuovo apparato centrale computerizzato di Pontebba con tutta la linea telecomandata dal posto centrale di Venezia e nuovi binari da 750 metri con un investimento complessivo di 4,7 milioni di euro, un intervento che si è aggiunto a quelli già realizzati in precedenza a Tarvisio, Carnia, Tarcento, Gorizia e Monfalcone.
Raddoppiata a partire dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso e interamente ricostruita in variante nella tratta montana completata nel 2000 per favorire soprattutto il traffico merci, senza limiti di sagoma e di peso assiale, oggi la nuova Pontebbana è una tra le più moderne linee convenzionali gestite da Rfi, il primo itinerario di valico adeguato agli standard attuali. Nell’ultimo decennio il traffico merci su Tarvisio è letteralmente esploso, mettendo a dura prova la capacità dello scalo, tanto che si deve ricorrere a Ugovizza-Valbruna come “polmone” per i treni merci in attesa.
Piermario Curti Sacchi