Il collaudo del nuovo viadotto sul Polcevera dell’autostrada A10, a Genova, è iniziato domenica 19 luglio 2020 con il viaggio da un capo all’altro di otto autoarticolati carichi, poi sono stati raggiunti da altri 46 veicoli per svolgere la prova statica, con una massa complessiva di 2376 tonnellate. Sarà provata anche la rampa di accesso all’autostrada A7 – la stessa del vecchio ponte Morandi, usando quattro moduli per trasporti eccezionali carichi. Ma proprio quest’ultima ha mostrato un limite strutturale, ossia le curve troppo strette che impongono un limite di velocità di 70 km/h verso Savona e di 80 km/h verso Genova. Questo è il prezzo che bisogna pagare per non avere ricostruito anche tali rampe, un’operazione che avrebbe aumentato non solo i costi, ma anche i tempi di ricostruzione del ponte. Il collaudo del ponte durerà per l’intera settimana.
I limiti di velocità così bassi per un’autostrada derivano dalle norme imposte dal Decreto del ministero dei Trasporti del 5 novembre 2001 che stabilisce un rapporto tra i raggi delle curve e i rettilinei delle curve contigue, per prevenire incidenti. Nel caso del ponte di Genova, il raccordo sul versante di ponente mostrava una curva a gomito, che è stata mantenuta anche nella nuova infrastruttura per motivi di tempo e di costi. Per adeguare il viadotto alle norme del 2001, i progettisti avevano due possibilità: o intervenire sulla galleria dell’Incoronata oppure impedire un andamento rettilineo al ponte, dandogli per esempio una forma a S. Il problema era già emerso prima della costruzione del viadotto ed era stato posto da Italferr, che ha svolto il progetto esecutivo dell’infrastruttura.