Durante il processo che si sta svolgendo a Genova sul crollo del ponte Morandi ha parlato l’allora amministratore delegato della holding Benetton Edizione, Gianni Mion, che è stato anche consigliere di amministrazione di Autostrade per l’Italia e della società che la controllava, Atlantia. Mion ha parlato come testimone, perché non è tra i 59 imputati e ha fatto dichiarazioni molto importanti, perché testimoniano che nelle società del Gruppo della società che gestisce l’autostrada A10, lungo la quale sorgeva il ponte Morandi, c’era consapevolezza dei rischi.
Secondo Mion, durante una riunione avvenuta nel 2010, ben otto anni prima del crollo, seppe che il ponte aveva “un difetto originario di progettazione ed era a rischio di crollo”. Ha aggiunto che a quella riunione parteciparono anche l’allora amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, il suo direttore generale Riccardo Mollo e alcuni dirigenti e tecnici di Spea, società d’ingegneria controllata sempre da Atlantia che doveva occuparsi della sorveglianza della manutenzione.
Mion ha anche parlato dei controlli che avrebbe dovuto svolgere l’Anas o il ministero dei Trasporti: “La mia impressione è che nessuno controllasse nulla e che c’era un collasso del sistema di controllo interno ed esterno”. Secondo Mion, fu un errore privatizzare anche Spea con Autostrade per l’Italia: “Doveva restare pubblica, perché il controllore non può essere del controllato”.
La carenza dei controlli è stata confermata in aula anche dall’attuale amministratore delegato della società Autostrade, Roberto Tomasi, che è entrato in carica nel 2019: “Nel 2020 abbiamo visto un incremento dei coefficienti di rischio anche di oltre il 200% rispetto a quelli rilevati da Spea mentre nel 2019 era del 50%. Il livello di degrado della rete era sostanzialmente peggiore di quanto era emerso da ispezioni di Spea. Nel 2019 si era partiti con la verifica di 33 opere con due società esterne poi si è passati a 66. Ma vedendo la non omogeneità dei punteggi abbiamo esteso i controlli a tutta la rete". Egli ha aggiunto che dopo il suo insediamento ha cambiato “radicalmente” le modalità di monitoraggio e manutenzione delle autostrade in concessione.