Sembra finalmente avvicinarsi la riapertura della galleria del Colle del Tenda, in provincia di Cuneo, che è un’importante arteria stradale per collegare l’Italia alla Francia. A metà novembre 2024 l’Anas ha collaudato il nuovo ponte sul rio della Ca’ che conduce alla galleria, compiendo le prove di carico con alcuni veicoli industriali. Il ponte, realizzato dalla Cimolai di Pordenone, ha un doppio arco con impalcato misto acciaio-calcestruzzo appeso agli archi tramite pendini di sospensione. L’apertura al traffico della galleria dovrebbe avvenire entro la fine del 2024, anche se probabilmente la galleria resterà chiusa la notte per ultimare i lavori.
Negli ultimi anni, il Traforo del Tenda è stato protagonista di una lunga serie di vicissitudini che ne hanno complicato e ritardato l'ammodernamento e l'espansione. Nel 2013 iniziarono i lavori per la realizzazione di un nuovo tunnel parallelo, destinato a modernizzare e raddoppiare il collegamento tra i due Paesi. Tuttavia, nel 2017 i lavori furono sospesi quando Anas decise di estromettere l'impresa Grandi Lavori Fincosit per inadempimento contrattuale, causando un blocco significativo al progetto.
Nel maggio del 2019, un nuovo contratto venne siglato con il consorzio Edilmaco-Cipa, per un importo di 102,5 milioni di euro, dando nuova speranza alla conclusione dei lavori. Ma il destino del traforo ha subito un ulteriore colpo nell'ottobre del 2020, quando la tempesta Alex ha devastato l'area, causando il crollo dei ponti d'accesso sul versante francese, l'allagamento del tunnel e gravi danni al cantiere sul lato italiano, con mezzi e attrezzature sepolti da fango e detriti.
Nell'aprile del 2022, l'impresa Edilmaco ha ripreso le operazioni di scavo anche sul lato francese, e nel settembre dello stesso anno è stato validato il nuovo progetto esecutivo per le opere sul versante francese. Il 31 luglio 2023 è stato abbattuto l'ultimo diaframma della galleria, segnando una tappa fondamentale nella realizzazione dell'opera. I suoi costi, tuttavia, sono lievitati in maniera significativa, passando da 140 a 255 milioni di euro in dieci anni.