Dopo Germania, Danimarca e Austria, l’Ungheria è il prossimo Paese europeo a introdurre una rivoluzione nei pedaggi stradali per i mezzi pesanti. In linea con le aspettative dell’UE, dal 1 gennaio 2024 verrà infatti introdotta una nuova componente tariffaria calcolata in base alle emissioni di gas serra e all'inquinamento acustico, che favorirà la circolazione di camion elettrici o alimentati a idrogeno ma che comporterà significativi aumenti per i mezzi a gasolio. I trattori a zero emissioni saranno infatti completamente esenti dal pagamento della tassa sulla CO2 mentre è prevista una riduzione del 50% dell'importo per quelli ibridi elettrici/combustione.
Non è prevista invece, nessuna ripartizione dei veicoli a gasolio in classi di emissioni, come avviene in Germania dove i diesel più moderni possono godere di uno sconto sul pedaggio compreso tra il cinque e l'otto percento a seconda della tipologia di strada percorsa. L'Ungheria ha infatti deciso di adottare una semplificazione del sistema, fissando le stesse tariffe sulle emissioni per tutti i camion diesel, indipendentemente dal fatto che appartengano alla categoria euro Zero o Euro VI. I veicoli saranno invece suddivisi nelle categorie J4 o J5, a seconda che si tratti di mezzi a quattro o cinque assi, e ad ogni categoria corrisponderanno pedaggi specifici.
Per tutti i veicoli a combustione, in generale, gli aumenti saranno importanti. Per esempio, per un camion Euro VI da 40 tonnellate la tariffa base attuale è di 156,8 fiorini (0,41 euro) per ogni chilometro di autostrada mentre, dal primo di gennaio, sarà necessario aggiungere una tassa per l'inquinamento atmosferico e acustico (pari a 16,78 fiorini per chilometro nelle aree suburbane e 3,95 fiorini per chilometro nelle aree interurbane), nonché una tassa per le emissioni di CO2 pari a 39,48 fiorini/km. In totale serviranno circa 200 fiorini (0,52 euro) per ogni chilometro di autostrada, vale a dire un quarto del costo in più rispetto a prima.
Per semplificare i calcoli e aiutare i vettori a stimare gli aumenti e aggiustare le proprie tariffe, il sito del ministero dei Trasporti ungherese ha già rilasciato un calcolatore online che consente la conversione immediata delle tariffe secondo le regole in vigore dal 2024.
Ungheria, Germania, Austria e Danimarca, tuttavia, non sono gli unici Paesi che hanno adottato o che intendono adottare pedaggi legati alle emissioni di CO2. La loro politica deriva infatti dalla nuova Direttiva UE 2022/362, la cosiddetta Direttiva Eurobollo, le cui disposizioni legate a bolli mensili senza limiti di chilometraggio, che finivano per spronare i vettori ad effettuare più viaggi per ammortizzare la spesa, saranno soppiantate da un sistema legato agli effettivi chilometri percorsi.
La Commissione Europea ha fissato nel marzo 2024 il termine ultimo per adattarsi alle nuove normative, motivo per cui il governo della Repubblica Ceca ha già annunciato un aumento del prezzo dei pedaggi compreso tra il 10% e il 15% mentre in Polonia si attendono tariffe più alte di circa sette punti percentuali. Nonostante il termine imposto dall'UE, sarà concesso un periodo di transizione di ulteriori due-tre mesi, durante i quali si svolgeranno le negoziazioni tra clienti e trasportatori e verranno delineate le nuove quote in vigore.
Diversamente dai rialzi delle tariffe legati alla guerra in Ucraina o all'aumento dei carburanti, i nuovi pedaggi sono stati annunciati in anticipo e, nonostante aumenti importanti, tra gli addetti ai lavori trapela un cauto ottimismo dovuto in particolar modo all'elevata flessibilità già dimostrata dal settore dei trasporti europeo.
Marco Martinelli