Proseguono a tappe forzate i programmi di ammodernamento e di costruzione di nuovi tronchi che interessano le ferrovie nei Balcani. Inserite in un più vasto mosaico di interventi che coinvolgono i corridoi europei della penisola balcanica, le ultime realizzazioni vedono come protagoniste le ferrovie in Croazia, Macedonia del Nord e Bulgaria.
Nel dicembre 2024 era stata aperta all’esercizio una tratta lunga poco meno di 15 chilometri ma che ha offerto nuove prospettive nei collegamenti lungo una direttrice ferroviaria fondamentale tra Croazia e Ungheria. La linea completamente riqualificata con il raddoppio dei binari collega il nodo croato di Koprivnica con lo scalo magiaro di Gyékényes, posto nel territorio comunale di Zákány. A meno di un mese di distanza, sempre in Croazia, sono stati completati i lavori di ammodernamento della linea tra Vinkovci e Vukovar, ai confini con la Serbia. Oltre al rinnovo della sede ferroviaria sono stati ricostruiti i ponti su alcuni canali e sono stati potenziati i sistemi di segnalamento, telecomunicazioni e trazione elettrica.
L’ammodernamento di questa tratta andrà a vantaggio del maggiore porto croato sul Danubio ubicato a Vukovar. La linea fa parte del corridoio Ten-T Reno-Danubio e ha comportato un investimento di 61 milioni di euro, cofinanziato dall’Unione Europea. A breve partiranno anche i lavori di riqualificazione tra Krapina e Zabok, ai confini con la Slovenia. Attualmente le ferrovie croate HŽ Infrastruktura hanno in corso un programma di investimenti, record per questo Paese, da sei miliardi di euro che interessa mille chilometri della rete nazionale.
Novità anche nella Macedonia del Nord. Sempre a gennaio 2025 è stato inaugurato il primo tratto della nuova linea ferroviaria che collegherà Skopje con la capitale bulgara Sofia. La sezione appena ultimata si estende per 31 chilometri tra Kumanovo, che si trova sulla direttrice principale del Corridoio X tra Skopje e Belgrado, e Beljakovce. L’opera ha comportato un investimento di 78 milioni di euro finanziato anche dall’Unione Europea e dalla Bers.
La linea ripercorre il tracciato della ferrovia storica inaugurata nel 1956 ma chiusa al traffico nel 1994 a causa delle gravi carenze dell’infrastruttura, ma anche del disinteresse generale. Ora le nuove prospettive geopolitiche hanno modificato profondamente l’esigenza dei collegamenti transfrontalieri lungo i Balcani: basti pensare che alcuni di questi tracciati ferroviari erano stati avviati nei primi del Novecento, mai terminati e poi abbandonati.
Ma non finisce qui, perché nel 2022 la società turca di costruzioni Gülermak si è aggiudicata l’appalto del valore di 155 milioni di euro per costruire la tratta successiva lunga 34 chilometri tra Beljakovce e il nodo di Kriva Palanka: parte dei lavori sono già stati conclusi. Nel frattempo, sono stati avviati anche i primi cantieri della tratta successiva lunga poco più di venti chilometri che collega Kriva Palanka con il valico di frontiera di Deve Bair dove la linea si raccorda alla rete ferroviaria della Bulgaria a Gyueshevo. L’intera direttrice tra Kumanovo e Gyueshevo prevede numerose opere d’arte e in particolare lo scavo o il ripristino di oltre cinquanta tunnel, una trentina dei quali erano già stati parzialmente scavati e poi abbandonati per decenni.
Piermario Curti Sacchi