La società Autostrade per l’Italia, che gestiva l’autostrada A10 al momento del crollo del viadotto Polcevera (ponte Morandi) di Genova avvenuto il 14 agosto del 2018, è esclusa da qualsiasi ulteriore risarcimento, così come la controllata Spea. Le due società sono infatti uscite dal processo civile grazie a un patteggiamento di 30 milioni di euro e a un risarcimento extra-giudiziale concordato con i parenti di quasi tutte le vittime (tranne due che si sono riservate un’eventuale causa). In caso di condanna al processo in corso, quindi, i risarcimenti saranno pagati dagli imputati che saranno condannati.
In particolare, Società Autostrade ha pagato sanzioni pecuniarie pari a 1,8 milioni di euro, più una disponibilità di 26.857.433 euro per il sequestro preventivo. Questa somma corrisponde al “complessivo valore del progetto di retrofitting degli stralli delle pile 9 e 10”. La pila 9 è quella il cui cedimento ha causato il crollo del ponte Morandi. Il lavori di rafforzamento vennero approvati dal ministero delle Infrastrutture nel 2018, ma non vennero svolti.
L’esclusione dal processo di Autostrade e Spea è stata decisa dal Tribunale di Genova. In aula nel processo penale per il crollo del ponte ci sono 59 imputati, tra cui ex dirigenti e tecnici delle due società e dirigenti dell’allora ministero delle Infrastrutture e Trasporti (oggi Mims) e del Provveditorato delle Opere pubbliche della Liguria. Sono accusati, a vario titolo, di non essere interventi per la manutenzione straordinaria del ponte anche se sapevano della sue condizioni. Le parti civili sono trecento.