Chiunque abbia percorso almeno una volta la superstrada E45, specialmente nell'attraversamento appenninico tra Emilia Romagna e Toscana, ha notato le pessime condizioni del manto stradale. Certo, le condizioni meteo non sono ottime, con piogge, gelate e neve, ma qualche sospetto sulla qualità della manutenzione sorge. Ed è più di un sospetto, perché sulla questione sta indagando la magistratura, che sta analizzando la documentazione delle aziende che hanno vinto gli appalti dal 2010 al 2014 e ha già iscritto ventitrè persone nel registro degli indagati.
Le accuse sono piuttosto pesanti: truffa ai danni dello Stato, frode e inadempienze contrattuali nelle forniture pubbliche, attentato alla sicurezza dei trasporti. I magistrati stanno lavorando sull'ipotesi che le aziende inquisite abbiano risparmiato nei lavori di ripristino del manto stradale usando materiali scadenti e e non conformi all'appalto. Eppure, i fondi non mancavano, perché l'Anas ha pagato quei lavori quindi milioni e mezzo di euro. E questo in soli sessanta chilometri di strada, che saranno esaminati anche sotto il profilo della sicurezza stradale.
Proprio la frequenza degli incidenti ha spinto alcuni utilizzatori della strada a presentare esposti alle Procure di Forlì e Arezzo. Nel solo tratto che attraversa la provincia di Forlì, in quattro anni i carabinieri hanno rilevato 23 incidenti imputabili alle pessime condizioni della strada, ossia buche o asfalto rovinato, con 153 danneggiamenti a veicoli leggeri e pesanti.
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