La leggenda della "prima autostrada italiana costruita con fondi privati" si è sgretolata dopo un anno della sua apertura. Ora, infatti, Brebemi riceverà 320 milioni di euro di fondi pubblici, 260 dallo Stato (venti milioni l'anno per tredici anni, dal 2017 al 2031) e 60 milioni dalla Regione Lombardia (in tre rate annuali da 20 milioni, dal 2015 al 2017). Per sollecitare l'incasso, la società autostradale aveva minacciato di restituire la concessione a Concessioni Autostradali Lombarde, che avrebbe dovuto risarcire Brebemi con 2,44 miliardi, perché il "riequilibrio" era previsto da impegni scritti.
Il Cipe ha anche accolto la richiesta di proroga della concessione di sei anni e il reinserimento del valore di subentro a fine concessione pari a 1205 milioni. Il Comitato ha anche imposto che il collegamento tra la A35 e la A4 a Brescia deve avvenire entro il 31 gennaio 2017. Insomma, festa grande per la società autostradale, che così si consola dei magri introiti ottenuti finora dai pedaggi. Per rientrare nei costi, la A35 avrebbe dovuto avere 40mila transiti nei primi dei mesi e 60mila da gennaio di quest'anno. In una nota, Brebemi afferma che si è passati dagli iniziali 13mila transiti giornalieri "a punte di 38mila".
Il nuovo finanziamento pubblico alla Brebemi ha scatenato una dura reazione di Legambiente, l'associazione ambientalista che si è sempre opposta all'autostrada. "Una decisione semplicemente mortificante, che speriamo provochi una levata d'orgoglio contabile da parte della Corte dei Conti (che deve approvare il provvedimento, ndr)", afferma Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia. "Il Governo premia chi ha speculato ai danni del territorio, mentre gli unici a pagare saranno gli utenti, costretti a un pesante pedaggio per un'infrastruttura realizzata quasi per intero con finanziamenti pubblici ma i cui extraprofitti vanno quasi tutti a privati. Crediamo ci siano modi migliori per spendere i soldi dei contribuenti".
Legambiente ricorda che "Il finanziamento annunciato dal Cipe andrebbe a un'opera il cui costo, alla convenzione, era valutato in 920 milioni interamente a carico di privati, ma che poi, tra modifiche e 'compensazioni', oneri finanziari e interessi, ha superato i 2,4 miliardi, coperti in massima parte da prestiti di istituti finanziari pubblici (BEI e Cassa Depositi e Prestiti), oltre che dalle partecipazioni degli azionisti pubblici e privati con, in prima fila, Banca Intesa (che possiede il 42% di Autostrade Lombarde, a sua volta proprietaria del 78% di Brebemi)".
La nota dell'associazione si chiude affermando che "si tratta anche di un'opera molto costosa per gli utenti: i 56 km da Brescia a Milano, infatti, costano ben 10,70 euro, 19 centesimi a km. Tanto che la società concessionaria si è dovuta inventare un catalogo di sconti e promozioni pur di ingolosire un'utenza distratta. Tutto ciò per un'autostrada che apre uno squarcio di centinaia di ettari asfaltati nella campagna più fertile d'Italia, destinata a un traffico che preferisce ricorrere alla viabilità ordinaria piuttosto che pagare un pedaggio così esoso, che non ha ancora realizzato tutte le misere compensazioni ambientali previste, né finito di pagare gli espropri dei terreni sottratti all'agricoltura.
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