La rete ferroviaria tedesca si appresta a salutare il 2024 con l’avvio di un vasto programma di interventi di ammodernamento e potenziamento che rischia però di avere anche pesanti ripercussioni sull’esercizio. Da un lato si può apprezzare la scelta delle ferrovie federali Deutsche Bahn di non procedere con interventi a pioggia, ma concentrati su singole linee in modo da ottenere i migliori risultati nel minor tempo possibile, ma dall’altra la chiusura alternata di direttrici fondamentali comporta un impegno maggiore per far fronte alle sospensioni e gestire itinerari alternativi.
Nel 2024 si parte con quella che in Germania è conosciuta come la Riedbahn, vale a dire la Francoforte-Mannheim che sarà completamente chiusa al traffico ferroviario da Capodanno al 22 gennaio 2024. Oltre alla sospensione totale nelle prime tre settimane dell’anno, la linea resterà parzialmente chiusa per tutti i cinque mesi necessari a portare avanti i lavori di potenziamento. L’intervento viene diviso in due fasi, la prima da Francoforte a Biblis, la seconda da quest’ultima località che è un importante nodo ferroviario a nord di Worms, fino a Mannheim.
Saranno rinnovati circa 120 chilometri di binari insieme alla sostituzione di 150 deviatoi e di 140 chilometri di linea aerea di alimentazione elettrica, ma soprattutto sarà adeguato e digitalizzato l’intero sistema di segnalamento e sicurezza. Le ferrovie però si trovano a fare i conti con l’esplosione dei costi. All’inizio della pianificazione di questo intervento si stimava un investimento di 500 milioni di euro, ma ora si parla di un impegno di spesa fino a 1,3 miliardi di euro.
Non sarà facile condurre in porto questo vasto programma di ammodernamento di tutta la rete. Le risorse sulla carta sembravano assicurate, ma nel frattempo è piovuta come una doccia fredda la sentenza della Corte Costituzionale federale che ha congelato un piano di investimenti già programmati per 25 miliardi di euro. La Corte ha riconosciuto un’anomalia nel trasferimento dei fondi, parte dei quali legati all’emergenza pandemica da Covid 19, fondi che, se non utilizzati per questo scopo, non possono essere destinati ad altri capitoli di spesa.
Le ferrovie speravano di contare su una sessantina di miliardi di euro nel frattempo diventati disponibili. La Corte però ha congelato tutte le uscite e nessuno di questi finanziamenti sarà confermato finché il Governo non approverà un nuovo piano generale per destinare in modo corretto i fondi per le ferrovie. A farne le spese è anche il piano per l’introduzione diffusa su tutta la rete dello standard europeo Ertms/Etcs, un intervento che da solo vale 12,5 miliardi di euro.
Piermario Curti Sacchi