La rapida uscita di scena del presidente siriano Bashar al-Assad che ha perso il potere travolto dalla rivoluzione e costretto alla fuga nel dicembre 2024, oltre a cambiare la geografia politica del Paese, ha aperto nuovi scenari anche su altri fronti, come quello dei trasporti. Protagonista di questa svolta è la Turchia che ha sempre giocato un ruolo di primo piano, palese o sottotraccia, in questo scacchiere mediorientale. Ankara intenderebbe ripristinare in tempi ristretti i collegamenti ferroviari e in particolare quelli dedicati al trasporto merci.
Solo un anno prima della guerra civile siriana deflagrata nel 2011 era stata aperta all’esercizio commerciale la ferrovia tra Aleppo, importante città nella Siria settentrionale, tanto da essere soprannominata “capitale nel nord” e il porto turco di Mersin, tra i maggiori centri dell’Anatolia. Subito dopo l’inizio del conflitto interno, la ferrovia era stata chiusa e da allora non è più stata riaperta. Ma ora le autorità della Turchia intendono ripristinare velocemente questa direttrice transfrontaliera, a tal punto che a quanto si apprende, sono già iniziate le ispezioni tecniche sulla sezione turca che rappresenta circa i due terzi dell’intero corridoio per valutare l’impegno necessario per la sua riapertura all’esercizio.
Oltre a favorire i collegamenti con l’area portuale di Mersin, anche lo scalo marittimo turco di Iskenderun (Alessandretta) potrebbe trarre beneficio dal raccordo ferroviario. Ma gli sviluppi non si fermano qui, perché da Aleppo non è da escludere l’ipotesi di ripristinare il collegamento ferroviario fino a Damasco e quindi nel cuore della Siria in un’ottica di collegamento che abbraccia tutto il Mediterraneo orientale.
Del resto, il protagonismo della Turchia sul fronte dei trasporti transfrontalieri non è notizia di oggi. Le ferrovie di Ankara hanno avviato da tempo il progetto Silk Railway in Türkiye (letteralmente Ferrovia della Seta in Turchia) per raggiungere la frontiera con la Bulgaria. La futura ferrovia ad alta capacità con un nuovo tracciato lungo 229 chilometri collegherà Halkalı, vicino a Istanbul con Kapıkule, ultimo nodo ferroviario turco verso la Bulgaria.
La costruzione della nuova direttrice ferroviaria avverrà in tre fasi, la prima delle quali sarà completata già verso la fine del 2025. Oltretutto la prima sezione è anche la più lunga in quanto si sviluppa per oltre 150 chilometri e va dalla frontiera tra i due Paesi fino al nodo di Çerkezköy. Secondo le previsioni l’intero tracciato con la seconda e terza tratta sarà completato entro il 2028 e costituirà un importante raccordo tra Europa e Asia inserito nel Middle Corridor. Anche perché i progetti prevedono un’interconnessione diretta con Ankara e quindi con la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars che collega Azerbaigian, Georgia e Turchia, e già parzialmente operativa dal 2017. Le stime parlano di un incremento del traffico ferroviario merci tra la Bulgaria e la Turchia che potrebbe arrivare a sfiorare dieci milioni di tonnellate l’anno.
Piermario Curti Sacchi