Tra le autostrade incompiute, l'A33 Asti-Cuneo è uno dei casi più eclatanti. L'autostrada nasce formalmente nel 1998 con il finanziamento previsto dalla Legge 295 e nel 2000 l'Anas avvia i lavori dei primi chilometri. Tre anni dopo viene indetta la gara, con l'affidamento della costruzione e della gestione alla nuova società Asti-Cuneo Spa, controllata dal Gruppo Gavio. Bisogna attendere il maggio del 2007 per la firma della convenzione tra la società autostradale e la Regione Piemonte e Anas, con la conseguente approvazione del Cipe di uno stanziamento di due miliardi di euro. Lo stesso Cipe approva nel febbraio 2008 il progetto preliminare del primo lotto funzionale e il marzo successivo l'Anas consegna i 39,5 chilometri già costruiti all'Asti-Cuneo Spa.
Dal punto di vista operativo, il primo tratto di undici chilometri viene aperto nel luglio del 2005 e in seguito avvengono altre aperture. Oggi, dei novanta chilometri complessivi di questa autostrada (compreso un tratto dell'autostrada A6) sono aperti tre tratti, per complessivi 55 chilometri, mentre restano da costruire o completare altri 35 chilometri. Sono quelli tra la Tangenziale di Cuneo e l'innesto sull'A6, quello tra Verduno e Alba Ovest e la Tangenziale Est di Alba.
Su questa incompiuta è intervenuta pesantemente la Confindustria di Cuneo, arrivando perfino a chiedere al ministro Delrio la revoca della concessione all'Asti-Cuneo Spa se entro cinquanta giorni il Gruppo Gavio non s'impegnerà a riprendere i lavori. "Non vogliamo concedere altre proroghe altrimenti va a finire che il gruppo Gavio ottiene il rinnovo della concessione perché non ci sono più i tempi tecnici per procedere alla gara", spiega il presidente dell'associazione Franco Biraghi a Repubblica.
Biraghi attacca frontalmente il Gruppo Gavio, affermando che, controllando la Torino-Milano, la Torino-Piacenza e la Torino-Savona "un cuneese che deve andare a Milano, il pedaggio lo paga già oggi al gruppo Gavio. Che interesse può avere dunque a completare l'A33? In fondo accorcerebbe il percorso e dunque le tariffe che gli imprenditori pagano per andare dal Cuneese in Lombardia". Quindi, conclude il presidente di Confindustria Cuneo, se i lavori non proseguiranno bisogna revocare la concessione a riportare l'autostrada all'Anas. Non solo: nel 2017 scadrà la concessione della Torino-Piacenza alla Satap (sempre del Gruppo Gavio) e anche questa tratta va rimessa in discussione.
Alle accuse della Confindustria di Cuneo ha risposto il Gruppo Gavio, sempre dalle colonne di Repubblica. Il costruttore afferma di avere completato tutti gli investimenti realizzabili. Oggi, sono in fase di approvazione i progetti dei lotti che mancano, presentati dalla società entro i termini previsti, prosegue la nota di Gavio. I ritardi derivano dalla "complessità delle procedure previste, che vedono il coinvolgimento di una pluralità di enti e amministrazioni, tutte chiamate a esprimersi per le proprie competenze e tutte necessarie". Gavio aggiunge anche il costo dell'autostrada "ha superato l'originario importo previsto dal piano economico, che pertanto dovrà formare oggetto di riequilibrio".
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