Le interruzioni ferroviarie programmate fino al 2026 per consentire i lavori del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresentano una minaccia significativa per il settore del trasporto merci, se non gestite adeguatamente e nel 2024 potrebbero comportare una riduzione della capacità ferroviaria fino al 60%, con gravi ripercussioni sul comparto. Lo afferma Giuseppe Rizzi, direttore generale di Fermerci, in un'intervista all'agenzia Dire, sottolineando he la situazione potrebbe essere particolarmente critica per il Nord-Ovest del Paese e i suoi porti.
Rizzi ha spiega che, nonostante la rimodulazione delle interruzioni nei mesi estivi del 2024 per il potenziamento del nodo ferroviario di Genova, la situazione rimane difficile: "Molti interventi positivi per il settore sono previsti nel Pnrr, che nel 2027 ci consegnerà una rete ferroviaria con standard europei, permettendoci di trasportare più merce con costi fissi ma maggiori volumi". Tuttavia, i cantieri attuali stanno già causando una riduzione della capacità di linea in alcune zone del Paese. Questo porterà a una minore connettività dei territori coinvolti, poiché i lavori richiedono l'interruzione della circolazione ferroviaria.
"Nel frattempo, i costi di produzione aumentano a causa degli itinerari alternativi più lunghi, che richiedono più risorse in termini di equipaggi e utilizzo dei macchinari", aggiunge il direttore di Fermerci. Egli precisa che questo aumento dei costi si traduce in una crescita sproporzionata del costo per chilogrammo trasportato, mettendo a rischio la competitività del settore sul mercato: "Il settore non riesce a reggere autonomamente senza incentivi o aiuti, dato che i costi attuali sono insostenibili per gli operatori."
Rizzi sottolinea anche che i primi segnali di ripresa economica, emersi negli indicatori portuali, rischiano di essere vanificati se le linee ferroviarie non saranno pienamente operative: "Se affrontiamo questa ripresa con le linee ferroviarie parzialmente utilizzabili, le merci dovranno essere trasportate su strada, con il rischio di strade intasate di camion, specialmente nel Nord-Ovest durante l'estate, quando sono previsti importanti lavori su Genova".
Rizzi però chiarisce che il trasporto ferroviario non è in conflitto con quello su gomma, ma deve integrarsi con esso per una vera intermodalità: "Il trasporto ferroviario deve costituire la spina dorsale della logistica, mentre il primo e l'ultimo miglio devono essere coperti dai camion." Tuttavia, i dati sul traffico ferroviario nel 2023 non sono incoraggianti, con una perdita del 3,2% in termini di treni per chilometro. "Eventi esterni come le interruzioni dei trafori del Frejus e del San Gottardo e la crisi del Mar Rosso hanno creato una 'tempesta perfetta' per il settore”.