Sono molti gli investimenti sulle infrastrutture costretti a fare i conti con le lunghe pratiche della valutazione dell’impatto ambientale, un iter necessario e doveroso secondo la Legge ma che mal si concilia con i tempi della burocrazia ministeriale. Un segnale in controtendenza arriva invece a proposito di un’opera attesa da tempo, quella conosciuta come lunetta ferroviaria di Gorizia. In questo caso il ministero dell’Ambiente, che comunque si è concesso il tempo per analizzare la pratica, non ha aperto nessuna istruttoria, anzi ha comunicato alla Regione Friuli-Venezia Giulia che il procedimento di Via non è necessario in quanto non ha evidenziato ricadute ambientali significative.
È facile comprendere come questa decisione sia ora accolta con favore da operatori e amministrazioni locali, ma tutto questo non cancella i lunghi anni di attesa per passare dall’idea progettuale agli appalti e quindi ai cantieri. Per cercare di sbloccare una situazione che sembrava ormai senza via di uscita, nel luglio 2019 gli amministratori locali e la dirigenza dell’interporto di Gorizia avevano inviato una petizione a Rfi chiedendo che questo investimento fosse inserito subito nella programmazione degli interventi del gestore della rete.
Ma solo ora è arrivato un segnale giudicato positivo, o quanto meno viene allontanato il rischio di ritardare ulteriormente i lavori. Nel frattempo i costi inizialmente ipotizzati in 12 milioni di euro sono aumentati tanto da sfiorare i venti milioni, ma questo investimento è già interamente finanziato. A questo punto l’avvio dei cantieri, se non sorgeranno intoppi, è previsto nel corso del 2025.
La lunetta consiste essenzialmente in una bretella di raccordo lunga poco più di un chilometro tra la linea Udine-Gorizia-Monfalcone e l’attuale linea che collega Gorizia con la slovena Nova Gorica. Nonostante l’opera abbia uno sviluppo all’apparenza così modesto, questa consentirà ai treni merci il collegamento diretto da Trieste o Venezia alla linea per la Slovenia (e viceversa) senza necessità di inversione di marcia a Gorizia. I benefici si possono quantificare nella riduzione dei tempi di percorrenza, ma soprattutto per il vantaggio di eliminare gli oneri della manovra.
Le ricadute positive non riguardano solo i treni in transito, quelli che percorrono la rete nazionale o provengono dagli scali portuali di Trieste e Monfalcone, ma valorizzano anche il terminal Sdag, vale a dire l’interporto di Gorizia, la piattaforma logistica intermodale estesa su un’area di 60 ettari specializzata nell’agroalimentare e nella gestione di prodotti a temperatura controllata. La lunetta andrà a beneficio del terminal e consentirà all’autoporto e al polo logistico circostante di svolgere completamente la funzione retroportuale anche perché tutti i raccordi saranno elettrificati.
Con gli interventi ferroviari di Gorizia e del porto di Trieste, oltre al potenziamento del nodo di Udine previsto nella programmazione di Rfi, tutta l’area logistica giuliana e friulana potrà fare rete in un’ottica di sistema regionale a vocazione europea, comprendendo Pordenone e Cervignano, con il valore aggiunto rappresentato dalla zona franca di Trieste.
Piermario Curti Sacchi