"In Alto Adige partiremo in estate con il bando da 1,5 miliardi di euro per la realizzazione della tratta d'accesso sud del tunnel di base del Brennero": l'anticipazione è del presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher in un incontro bilaterale a Monaco di Baviera con le autorità politiche locali guidate dal presidente bavarese, Markus Söder. La nuova tratta tra Fortezza (all'imbocco meridionale della galleria di base) e Ponte Gardena rappresenta la prima delle quattro varianti previste sull'attuale linea del Brennero. Il nuovo tracciato ferroviario sarà lungo circa 25 km, di cui 22 in galleria, e comprende un viadotto sul fiume Isarco.
Quest'opera, rispetto alle altre tre varianti (Bolzano, Trento e Verona), viene giudicata prioritaria, se non indispensabile, perché consente di superare una tratta piuttosto acclive della linea attuale, esattamente al 22 per mille nei pressi di Bressanone, con un tracciato che scenderebbe così al 12 per mille. Senza questo intervento si vanificherebbe addirittura l'intero investimento del tunnel di base, un'opera da poco più di otto miliardi di euro. A essere penalizzati, sarebbero i treni merci che non potrebbero sfruttare le potenzialità del tunnel di base, costruito proprio con lo scopo d'incrementare i traffici commerciali con treni di maggiore massa, senza vincoli di sagoma e a standard europeo.
L'impegno è perciò concludere i lavori della tratta Fortezza-Ponte Gardena contestualmente all'apertura all'esercizio del BBT, e quindi entro il 2027. Comunque, in attesa della nuove opere, secondo il presidente Kompatscher "è necessario mettere in campo tutte le misure possibili per poter sfruttare al massimo il potenziale attuale della tratta ferroviaria per trasferire il traffico da gomma a rotaia".
E sempre sul fronte delle grandi opere c'è da registrare una presa di posizione da parte di due aziende che fanno parte del consorzio (insieme hanno il 40%) che deve realizzare la linea AV tra Brescia e Verona. Come riporta il Corriere del Veneto, i responsabili di Icm (ex Maltauro) e Pizzarotti, per la prima volta rompono il silenzio e parlano di richieste di risarcimento nel caso si voglia recedere dal contratto firmato lo scorso 7 luglio. Per ora si stanno realizzando le opere propedeutiche di cantiere, ma in caso non si dia il via libera risulta impossibile rispettare le scadenze contrattuali (82 mesi). L'eventuale contenzioso, secondo le aziende, potrebbe arrivare a 800 milioni per una tratta che ne vale 1600.
Piermaria Curti Sacchi
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