L’aumento dei prezzi legati al trasporto stradale, dalle autovetture ai camion, è diventato un rito estivo e il 2022 non fa eccezione. L’aumento di tutti i carburanti avviene già da mesi e non se ne vede la fine, visto che il petrolio ha superato la soglia dei 110 dollari al barile, mentre si parla sempre più spesso di un’imminente sospensione delle forniture di gas russo, che pone un’incognita sull’economia dopo le ferie. Ma torna un altro classico italiano, ossia l’aumento dei pedaggi autostradali, che i vari Governi hanno bloccato dal 2018. Lo vorrebbero le concessionarie autostradali e finora lo esplicitamente invocato Roberto Tomasi, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (quella del Ponte Morandi, dei viadotti sequestrati e degli innumerevoli cantieri o restringimenti che causano ogni giorno lunghe code).
L’Ansa riferisce che a margine di un evento alla regione Toscana, Tomasi ha dichiarato che le concessionarie stanno discutendo col ministero Mims (ex Trasporti) di un aumento dell’1,5%, a causa dell’incremento del prezzo di materie prime ed energie. “Parliamo veramente di poco”, afferma Tomasi. Sarà poco per chi usa l'autostrada saltuariamente, ma per un’impresa di autotrasporto può significare un aumento dei costi di migliaia di euro l’anno.
Sempre in tema di autostrade, il 28 giugno il ministero Mis ha annunciato un accordo con i gestori autostradali per ridurre fino all’ottanta percento gli interventi di manutenzione originariamente programmati tra il 1° luglio e il 15 settembre, col fine di permettere l’uso dell’intera carreggiata in vista dell’aumento del traffico causato dalle vacanze estive. Il piano prevede anche l’aumento del personale adibito al soccorso e dei canali dedicati alle informazioni sul traffico.