Non c’è da stupirsi se un annuncio che parla di nove miliardi di euro da destinare all’Alta velocità ferroviaria a favore del Mezzogiorno non sia passato inosservato, prima di tutto perché ci sono di mezzo non pochi soldi e poi perché con questo progetto le nuove ferrovie veloci si spingono oltre Napoli, superando quindi l’idea consolidata secondo la quale più a sud viene meno la domanda di trasporto e i costi non risultano competitivi. Questa notizia che è stata rilanciata da tutti i quotidiani italiani, diciamo subito che contiene una mezza verità.
Tutto nasce dal parere positivo espresso dalla Commissione Via Pnrr-Pniec, l’organismo del ministero dell’Ambiente per la valutazione dei progetti legati alle opere finanziate con i fondi del Pnrr. Il via libera riguarda due lotti della ferrovia ad Alta velocità Salerno-Reggio Calabria e in particolare la tratta che da Battipaglia in Campania raggiunge Praia a Mare in Calabria. Il primo tratto (1a), da Battipaglia a Romagnano lungo 35 chilometri è già stato appaltato e assegnato per un valore di oltre due miliardi di euro a un consorzio guidato dal gruppo Webuild, il disco verde della Commissione riguarda i due lotti successivi, 1b e 1c da Romagnano a Praia.
Questa decisione, occorre precisare, non conclude l’iter approvativo perché mancano ulteriori pareri prima di arrivare alla conferenza di servizi finale. Pertanto, associare il parere della Commissione Via con la previsione di spesa di nove miliardi, quasi fosse una delibera di stanziamento dei fondi, appare decisamente un po’ una forzatura, anche se occorre dare atto dell’astuzia con la quale questa notizia è stata confezionata e comunicata, perché politicamente rilevante.
Ma entrando più in dettaglio nel progetto che ha avuto questa prima fondamentale approvazione, si può comprendere come accanto alle luci ci sia anche qualche ombra. Per comprendere meglio la portata della decisione, basta guardare una cartina dell’Italia del Sud. La tratta ferroviaria da Battipaglia a Praia misura circa 127 chilometri, per raggiungere Reggio Calabria bisogna aggiungerne il doppio. Non è certo una novità assoluta il fatto che una ferrovia venga finanziata e realizzata a tappe, per lotti successivi, ma in questo caso le prospettive non sono così scontate, anzi. Perché a ricevere il primo disco verde è una tratta, quella tra Battipaglia e Praia, l’unica sulla quale si è raggiunto un consenso, del resto abbastanza scontato, perché senza alternative di tracciato.
Oltre Praia è nebbia fitta in quanto esistono due diverse ipotesi progettuali di percorso sulle quali si assiste tuttora a uno scontro tecnico e politico. La prima prevede un passaggio interno alla Calabria, da Praia a Mare verso Tarsia, località vicina alla piana di Sibari, e quindi Cosenza, la seconda a favore di un itinerario che segue la direttrice tirrenica, in pratica quasi parallelo alla linea storica da Praia verso Paola. Il rischio, tutt’altro che da escludere, è che la nuova linea veloce si fermi a Praia, in attesa di decisioni, se mai ci saranno, anche legate all’esigenza di dover reperire le risorse finanziarie mancanti stimate in non meno di venti miliardi di euro.
Se così fosse, il progetto potrebbe essere considerato incompleto rispetto alla prospettiva di raggiungere Reggio Calabria, che resterebbe ben lontana da questo obiettivo, ma manterrebbe comunque una sua logica di sistema. Qualcuno lo ha già definito quadrilatero ferroviario meridionale ad Alta velocità e capacità che ha come vertici Napoli, Battipaglia, Taranto e Bari. C’è anche un orizzonte temporale fissato dal Pnrr: entro un triennio sarà realtà la nuova linea ad Alta capacità Napoli-Bari ora in avanzata fase di costruzione e in successione l’aggiornamento e potenziamento della Taranto-Potenza-Battipaglia. Ci sarà quindi una forte integrazione tra Campania, Puglia e Basilicata che garantirà un traffico merci più veloce e migliori collegamenti tra porti e ferrovia. Con buona pace di Reggio Calabria.
Piermario Curti Sacchi