A essere ottimisti si può guardare al bicchiere mezzo pieno e accontentarsi, anche se in questo caso il boccale è riempito per meno di un quarto. Sono i sette chilometri della linea ferroviaria Adriatica su un totale di trenta per i quali sono partiti i lavori di raddoppio, un po’ poco per una direttrice fondamentale dove di progetti se ne parla almeno da una ventina d’anni e dove la grande incompiuta è rappresentata dalla tratta ancora a singolo binario tra il Molise e la Puglia e precisamente tra Termoli e Lesina nel Foggiano. Ora le ferrovie hanno assegnato il 30 marzo 2021 i lavori per il raddoppio del primo lotto, quello più a sud, tra Ripalta e Lesina lungo circa sette km.
La prima fase riguarda la progettazione esecutiva che precede l’apertura effettiva dei cantieri. La linea in variante di tracciato, nonostante l’estensione relativamente contenuta, prevede opere d’arte significative come il tratto in viadotto con 47 campate previsto per superare lo storico problema degli allagamenti della linea ferroviaria causati dall’esondazione del fiume Fortore. Rfi in questo primo lotto investirà 106 milioni di euro mentre la conclusione dei lavori e l’entrata in esercizio è prevista nel corso del 2025.
Uno spiraglio sembra aprirsi anche per il via libera definitivo che riguarda la parte più consistente della linea ancora da raddoppiare, quella tra Termoli e Ripalta. La Commissione Via-Vas del ministero della Transizione ecologica (già dell’Ambiente) ha espresso parere favorevole con prescrizioni per il progetto che riguarda quest’ultima tratta mancante. L’iter approvativo può dunque proseguire, dopo che era stato lo stesso dicastero, a respingere ripetutamente le proposte progettuali presentate, attirandosi anche commenti a dir poco ironici sui social network, come quando lo stop era arrivato con la motivazione che il tracciato rischiava di compromettere la nidificazione dell’avifauna costiera.
Un destino avverso pare essersi sempre accanito contro i progetti di adeguamento di questa tratta, ferma all’Ottocento, parte integrante della linea Adriatica che raggiunge Bari, il Salento e Taranto con il suo porto in fase di rivitalizzazione. Le ultime tratte ancora a singolo binario sono state ammodernate per buona parte in variante a cavallo tra il 2003 e il 2007 tra Ortona e Vasto e a nord di San Severo, mentre nel dicembre 2018 è entrata in funzione la galleria dei Frentani a nord di Ortona con la quale è stata eliminata una strozzatura, l’ultima esistente per adeguare la ferrovia adriatica ai trasporti intermodali senza limiti di sagoma (unico corridoio nord-sud con profilo P400), fatto quest’ultimo che ha rilanciato il servizio merci su questa direttrice favorendo la nascita di imprese ferroviarie anche nell’Italia centromeridionale. Ma per dare all’alta capacità merci tra nord e sud la possibilità di esprimersi al meglio, occorre aspettare ancora, e non poco.
Piermario Curti Sacchi