La dismissione anche della seconda fresa per scavare la parte piemontese della galleria del Terzo Valico a causa della morfologia del terreno costringe a scavare secondo metodi tradizionali entrambe le canne, con un conseguente prolungamento dei tempi. Un ritardo che mette in dubbio il completamento della nuova ferrovia tra Milano e Genova entro il 2026, termine imposto per ottenere i fondi del Pnrr. Nei giorni scorsi sono giunte diverse rassicurazioni sulla volontà di non perdere questo finanziamento e il 22 novembre un comunicato di Rete Ferroviaria Italiana annuncia un adeguamento del contratto con Webuilt per mettere nell’opera altri 700 milioni di euro.
Rfi non entra però nei particolari di come saranno spesi questi soldi, spiegando solo che “l’atto garantirà il completamento del progetto in linea con gli interventi introdotti legati alla sicurezza ferroviaria e a specifiche tecniche sopravvenute, e anche a seguito delle eccezionali condizioni geologiche riscontrate in alcune fasi di scavo”. La società precisa che “l’intervento è completamente finanziato da Rfi” e “s’inserisce nel piano di investimenti che candida la città di Genova a diventare un grande hub logistico per il commercio in Europa”.
Non si sa neppure come Rfi reperirà questa somma, che è sicuramente considerevole. Ma sarebbe importante un chiarimento anche in questo senso, visto che dopo le rassicurazioni sul mantenimento del termine del 2026 sono emerse preoccupazioni sulla realizzazione di altre opere. Per esempio, il giornale Il Foglio riferisce il 16 novembre 2023 l’ipotesi di stralcio della circonvallazione ferroviaria di Trento dal Pnrr per usare i 900 milioni del fondo comunitario nell’accelerazione del Terzo Valico.