Il Centro di Ricerche di Mercato (Cresme) ha realizzato insieme all’Autorità anticorruzione Anac una ricerca per il Servizio Studi della Camera sull’andamento dei costi per le opere pubbliche in Italia. Lo studio rileva che ad agosto 2023 il costo complessivo delle opere previste è di 448 miliardi di euro, a fronte di disponibilità finanziarie pari a 315 miliardi, ossia il settanta percento di quanto programmato. Alcune di queste opere rientrano nel Pnrr, mentre per altre bisogna ancora trovare le risorse e tra queste c’è il ponte sullo Stretto di Messina, per il quale è prevista una spesa di 14, 5 miliardi di euro.
Inoltre, le infrastrutture considerate prioritarie prevedono una spesa di 411 miliardi, mentre il resto della somma è destinato a opere non prioritarie, ma comunque considerate strategiche. Tra le prioritarie, quelle inserite nel Pnrr-Pnc o commissariate richiedono un esborso di 221 miliardi. Un elemento preoccupante del rapporto è che rispetto alla ricerca precedente, avvenuta a maggio 2023, i costi sono aumentati di 54 miliardi, ossia il quindici percento. Di questi, 40 miliardi sono dovuti alla crescita dei costi legati alla realizzazione delle opere e 14,5 al citato ponte sullo Stretto di Messina (compreso il miliardo per le connessioni ferroviarie in Calabria e Sicilia).