La sentenza emessa il 28 novembre 2020 dalla Corte Europea di Giustizia che ritiene sovrastimata l’eurovignetta (Maut) pretesa dalla Germania per il transito dei veicoli industriali sta avendo effetti paradossali sulle richieste di rimborso. Infatti la sentenza permette alle imprese di autotrasporto che hanno pagato di più (si stima una quota del 4-6% annuo dal 2005 a oggi) di chiedere il rimborso della differenza al Governo (tramite l’Ufficio Federale del trasporto merci), ma da fonti tedesche pare che anche ancuni committenti dei vettori (come società di logistica o spedizionieri) vogliano ottenere un rimborso.
Lo afferma l'associazione tedesca Camion Pro, precisando che i committenti non chiedono il rimborso allo Stato, ma ai loro autotrasportatori, indipendentemente dal fatto che questi ultimi abbiamo avviato una pratica di risarcimento o no. E se gli autotrasportatori non chiederanno il rimborso oltre i termini della prescrizione, potrebbero quindi pagare di tasca loro quello chiesto dai committenti.