L’asse del San Gottardo non demorde e gioca l’ultima carta, sperando sia quella vincente, ben consapevole comunque che la posta è elevata e tutt’altro che scontata da ottenere: il completamento integrale della ferrovia transalpina e quindi del progetto AlpTransit. Le premesse non sono incoraggianti in quanto il Consiglio federale e il Parlamento svizzero hanno rinviato ogni intervento su questa direttrice inserendolo nel documento di programmazione conosciuto come Prospettiva Ferrovia 2050. La Svizzera è molto rigorosa nella pianificazione dei propri investimenti e se così fosse significa che il completamento dell’asse del Gottardo può passare alla fase operativa a metà secolo con la previsione della conclusione dei lavori solo verso la fine del secolo.
Ai “gottardisti”, come vengono anche definiti in Svizzera, questa prospettiva proprio non sta bene. E intendono far di tutto per cambiare le carte in tavola e anticipare il completamento dell’asse ferroviario nord-sud con la programmazione del 2040. Questa posizione è emersa con chiarezza in occasione dell’assemblea annuale del Gotthard Komitee (Comitato del San Gottardo), un’organizzazione che raggruppa i 13 Cantoni dell’asse gottardiano, insieme a un buon numero di camere di commercio oltre alla Camera di commercio svizzera, numerose grandi città e l’associazione VAP Cargorail che rappresenta circa 300 aziende del settore degli spedizionieri e della logistica in Svizzera e nei paesi limitrofi.
L’iniziativa portata avanti con decisione dal Comitato è anche cambiare la percezione che la stessa politica e le istituzioni svizzere hanno del progetto del Gottardo, convinte che con il completamento dei tunnel di base, il programma AltTransit sia sostanzialmente compiuto. Al contrario, invece, oltre a mancare le linee di accesso ad alta capacità sia a nord di Basilea, e quindi con la Germania, sia a sud di Chiasso e quindi con l’Italia, restano da completare diversi raccordi all’interno della stessa Svizzera. Due sono quelli essenziali: la circonvallazione di Bellinzona, per creare un asse diretto e riservato al trasporto merci dal tunnel di base del Ceneri a quello del Gottardo e la tratta da Lugano verso Chiasso per superare la condivisione forzata con l’inteso traffico passeggeri attuale.
I progetti in corso o previsti appaiono poco più che un palliativo come il terzo binario posato da Giubiasco a Bellinzona. Il Comitato intende far pressione sul Consiglio federale per estendere la programmazione di nuovi interventi da aggiornare per il 2026. La spinta verso questa revisione è notevole e portata avanti sia da realtà istituzionali come i consigli comunali di Chiasso e Lugano, sia da autorità cantonali o da portatori di interessi come l’associazione Pro Gottardo-Ferrovia d'Europa che a sua volta ha dato vita a Swissrailvolution, battagliera associazione a favore di uno sviluppo a rete di tutta la Svizzera ferroviaria.
Il momento sembra comunque aprire spazi per un cauto ottimismo. Proprio a metà maggio 2024, la Confederazione attraverso il Consiglio federale ha proposto di destinare 16,6 miliardi di euro per gli anni 2025-2028, vale a dire due miliardi in più rispetto al periodo in corso, per il rinnovo della rete ferroviaria e per nuovi impianti. Inoltre, ha chiesto un credito di impegno di 187 milioni di euro come contributi a favore degli investimenti negli impianti per il traffico merci privato, come terminal e raccordi, per favorire il trasferimento dei trasporti verso la rotaia attraverso le Alpi.
Piermario Curti Sacchi