La Svizzera prende l’iniziativa e come già visto per altre ferrovie di confine si fa promotrice di un progetto di potenziamento delle linee transfrontaliere per favorire l’aumento del trasporto merci su ferro, in particolare quello intermodale, spesso costretto a fare i conti con le limitazioni di sagoma tipiche delle ferrovie storiche.
Questa volta a essere interessata dai lavori di adeguamento infrastrutturale è la Elsässerbahn, vale a dire la Ferrovia Alsaziana che collega la Svizzera alla Francia (verso Strasburgo) attraverso il nodo di Basilea, vero crocevia tra le reti europee. Attualmente il progetto sta seguendo l’iter dell’approvazione attraverso il confronto con il territorio, ma in assenza di ostacoli (che sembrano del tutto esclusi) si prevede di avviare i cantieri nella seconda metà del 2025 per concludere l’opera entro quattro anni.
I lavori che valgono 115 milioni di euro riguardano la tratta tra la stazione svizzera di Basilea e il confine con la Francia, che ha un’estensione relativamente contenuta, esattamente 4,2 chilometri, ma comprende due gallerie, rispettivamente di 800 e 285 metri e interseca alcune opere d’arte stradali. In dettaglio, si tratta di abbassare il piano del ferro (binari e massicciata) in modo da aumentare la sagoma utile sia in galleria sia nel sotto-attraversamento dei cavalcavia stradali, oltre a rinnovare la linea elettrica di contatto. Ovviamente vanno realizzati contemporaneamente anche tutti gli adeguamenti che riguardano i sotto-servizi.
Questo intervento non è fine a sé stesso, perché ha soprattutto lo scopo di stimolare l’amministrazione ferroviaria francese a varare un analogo programma di adeguamento lungo la tratta di propria competenza. Solo a quel punto per i trasporti intermodali non ci saranno più limiti di sagoma e si potranno caricare su carri tasca standard anche i semirimorchi con un’altezza angolare di quattro metri che potranno così raggiungere anche dalla Francia i tunnel di base del Gottardo e del Lötschberg. Del resto, l’obiettivo del progetto svizzero non è solo quello di favorire la modalità ferroviaria in generale, ma quello di mettere in pratica la lezione appresa dopo l’incidente di Rastatt nel 2017 in modo da avere a disposizione diversi itinerari alternativi su importanti vie di trasporto, adeguati al transito dei treni senza limitazioni.
L’iniziativa svizzera è la risposta più efficace alle richieste degli operatori, come per esempio quella espressa dal gruppo Hupac il 28 maggio 2024 in occasione della presentazione del bilancio 2023. Vista la ridotta capacità della ferrovia lungo la valle del Reno, occorre favorire le alternative attraverso la Francia. Un intervento prioritario potrebbe essere quello di adeguare sagoma e portata della ferrovia che dal Belgio, attraverso Metz e Strasburgo raggiunge Basilea.
È nell'interesse della Svizzera far sì che i trasporti intermodali tra il Belgio e l’Italia seguano il percorso più breve attraverso la Francia fino alla galleria di base del Gottardo. Per questo, secondo Hupac, la Svizzera dovrebbe cofinanziare l’ampliamento dei tunnel sotto i Vosgi, esattamente come ha fatto con l’Italia, prima con la direttrice da Luino e ora con quella del Sempione, dove ha impegnato a fondo perduto risorse per oltre 260 milioni di euro.
Piermario Curti Sacchi