La concessione dell’autostrada A35 non sarà prorogata alla società che la gestisce – la Brebemi – fino al 31 dicembre 2046. Questa è la conseguenza della decisione della Corte dei Conti del 25 marzo 2025 (numero 3/2025), che ha respinto la versione più recente del Piano economico finanziario della società autostradale. I magistrati contabili sollevano importanti rilievi sulla legittimità e la sostenibilità dei provvedimento contenuti nel Piano, che rientra nel normale ciclo di revisione previsto dalla convenzione concessoria. Il Piano aveva già ottenuto il parere favorevole del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), che rappresenta il Governo, ma ora si scontra contro la decisione della Corte dei Conti.
Uno degli elementi che hanno portato alla decisione dei giudici riguarda le previsioni di traffico indicate nel documento, che “si sono dimostrate lontane dalla realtà sin dall'entrata in esercizio dell'arteria autostradale" e che sono state costantemente riviste al ribasso negli aggiornamenti del Piano economico finanziario. I giudici rilevano che il valore di 50mila veicoli al giorno stimato nel 2003 "non è stato mai raggiunto". Nel 2024, la media giornaliera dei veicoli sull’autostrada lombarda è stata infatti di 27mila unità, con un aumento del 4,6% rispetto all’anno precedente (i veicoli industriali sono aumentati del 4,1%), nonostante l’aumento dei pedaggi del 12%. Il valore della produzione ha toccato i 138 milioni di euro, ma queste cifre non risolvono il grave problema del debito contratto per costruite l’autostrada. Il bilancio del 2023 mostra un indebitamento finanziario netto di 2,094 miliardi di euro.
La proroga della concessione avrebbe fornito alla società autostradale altri sette anni di pedaggi, ma la bocciatura del Piano mette in difficoltà la società, che ora deve scegliere tra aumentare i pedaggi o chiedere l’intervento dello Stato. Nel primo caso si compromette un significativo aumento del traffico, mentre il secondo segnerebbe il fallimento del modello di project financing sbandierato come innovazione in questi anni dalla Brebemi e dai politici che la hanno sostenuta.
I magistrati contabili aggiungono che la proroga rappresenta un’alterazione delle regole di concorrenza e contrasta con le normative europee in materia. Ma non solo: nella convenzione definitiva del 2007, stipulata con Concessioni Autostradali Lombarde (la società concessoria), non è prevista alcuna possibilità di proroga. Un dettaglio non irrilevante, che distingue questo caso da quanto avvenuto nel 2014, quando un primo allungamento della durata fu invece ritenuto ammissibile sulla base delle clausole della convenzione del 2003, allora ancora sotto la competenza di Anas.
Nella delibera, la Corte dei Conti sottolinea che l’estensione della concessione non può essere considerata una semplice revisione del Piano, ma una modifica sostanziale del rapporto concessorio, ammessa solo in presenza di cause previste per Legge o dalla convenzione. E anche su altri elementi del Pef, i magistrati avanzano rilievi. In particolare, ritengono scorretta la modalità con cui Brebemi ha calcolato le perdite legate al calo di traffico durante gli anni della pandemia (2020-2021), che la società intendeva recuperare attraverso l’aggiornamento del Piano.