Ci sono progetti di cui si parla molto e che all’apparenza godono di un certo consenso ma poi restano perennemente in sospeso, per altri invece, appena abbozzati, la strada appare subito spianata. Appartiene sicuramente a questa seconda categoria, un progetto che ha già ottenuto la copertura finanziaria e ai primi di maggio 2024 ha visto aprirsi la procedura di Dibattito pubblico che precede la stesura dell’elaborato definitivo da mandare in appalto. Stiamo parlando del quadruplicamento della ferrovia tra Bologna e Castel Bolognese, primo segmento del potenziamento della direttrice adriatica, uno dei corridoi ferroviari fondamentali, ricompreso nella rete europea Ten-T. Oltre ad aver avviato le procedure per l’approvazione, è già stata fissata la data di inizio lavori, il 2026.
L’opera ha le caratteristiche delle nuove linee ad alta capacità sottolineata anche dall’impegno di spesa che supererà i tre miliardi e mezzo di euro. Appare interessante la lettura della relazione di progetto perché, se le ipotesi prefigurate saranno confermate, si potrà avere la prima linea ferroviaria ad alta velocità passeggeri ma anche ad alta capacità merci (solo il Terzo valico dei Giovi può avvicinarsi abbastanza a questo modello di esercizio, tutte le altre linee AV italiane sono percorse solo da treni passeggeri). Il quadruplicamento tra Bologna e Castel Bolognese in sostanza significa non solo avere due binari in più a disposizione, ma soprattutto specializzati per tipologia di traffico, passeggeri veloce e merci a lunga percorrenza sulla nuova linea, treni regionali e merci raccordati a servizio locale su quella storica.
Fin dalle premesse della relazione di progetto tutto questo appare chiaro dove si afferma che l’obiettivo è l’adeguamento della tratta alle prestazioni europee standard per il trasporto merci, come previsto per la rete centrale Ten-T, con la possibilità di incrementare il traffico merci con l’Europa e con l’Italia del sud, anche in sinergia con i porti, come quello di Ravenna e con gli scali intermodali in rapido sviluppo lungo questa direttrice. Più in particolare la capacità teorica da dedicare ai treni merci potrà essere incrementata fino a sei treni/ora per direzione.
Il Dibattito pubblico è anche l’occasione per un’analisi approfondita delle tre ipotesi di variante di tracciato proposte da Rfi. Scartata fin da subito l’idea di affiancare strettamente i due nuovi binari alla linea storica per il loro pesante impatto sul tessuto urbano esistente, sono state proposte tre alternative che seguono il tracciato dell’autostrada A14, uno in affiancamento, uno a sud del nastro d’asfalto, l’altro a nord delle corsie autostradali.
Pur con soluzioni diverse, i tre tracciati alternativi alla fine si raccordano da una parte alla linea Adriatica verso Rimini, dall’altra alla ferrovia per Ravenna a servizio del porto e dell’intermodalità merci. In particolare, è la soluzione a nord dell’autostrada quella che offre un’interconnessione quasi diretta con la linea per Ravenna e quindi favorisce l’intermodalità merci, anche in vista degli investimenti in corso che riguardano il porto ravennate inserito nella rete Ten-T.
Piermario Curti Sacchi