Sarà un’estate decisamente critica quella che si prospetta nel 2025 per la ferrovia Milano-Genova. Per lavori di manutenzione straordinaria resterà chiuso, parzialmente o totalmente, il ponte sul Po che si trova tra Cava Manara e Bressana Bottarone, quindi tra Pavia e Voghera. Rfi ha programmato la seconda fase di lavori, quelli più impattanti, dopo aver sostituito in precedenza l’armamento in quel tratto di ferrovia, con soluzioni innovative dal punto di vista delle traverse e degli attacchi dei binari con l’inserimento di speciali giunti di dilatazione.
I lavori per un valore di 50 milioni di euro sono programmati dal primo giugno al 28 settembre 2025. Le chiusure all’esercizio saranno parziali da giugno al 20 luglio e dal 30 agosto al 28 settembre in quanto interesseranno un binario di corsa alla volta, consentendo la circolazione su quello adiacente, mentre è previsto un blocco completo per quaranta giorni dal 21 luglio al 29 agosto. A essere coinvolti sono tutti i treni a lunga percorrenza che circolano abitualmente tra Voghera e Milano, ma soprattutto quelli merci perché per questi ultimi, a differenza dei convogli passeggeri, la circolazione sarà vietata per tutta la durata dei lavori, quindi per quattro mesi.
Rfi per far fronte all’interruzione della linea ha predisposto un modello di esercizio che prevede di ricorrere a itinerari alternativi, ma ciò non esclude il rischio di ritardi e cancellazioni, perché crescerà in modo esponenziale il carico di traffico sulle altre linee. In particolare, per i treni merci, in base all’origine/destinazione sono previste tre alternative, quella che da Genova sfrutta il corridoio verso Alessandria e Novara, da dove si può raggiungere il nodo milanese, quella che attraverso Voghera raggiunge Piacenza e quindi Milano, mentre i treni merci che provengono dal centro Italia transiteranno tutti da Bologna e Piacenza. Il gestore della rete calcola che saranno 242 i treni settimanali deviati sulla Voghera-Piacenza, 255 quelli che interessano la Piacenza-Milano e 83 l’Alessandria-Novara.
Il ponte sul Po a Bressana può essere definito un osservato speciale perché risente ormai del peso degli anni, essendo stato ricostruito nel dopoguerra dopo le distruzioni belliche. In ferro, lungo 764 metri su dieci campate ha la particolarità di essere un ponte a due vie sovrapposte, sotto scorre la ferrovia, sopra la strada statale dei Giovi. Viste le condizioni attuali ha forti limitazioni, sia dal punto di vista ferroviario sia stradale: i treni passeggeri hanno come velocità massima 115 km/h che scende a 60 km/h per i convogli merci, la strada deve essere percorsa a non più di 60 km/h, protetta da un doppio autovelox che calcola la velocità media con il sistema tutor. Al termine dei lavori, il limite di velocità della ferrovia sarà elevato a 180 km/h per i treni passeggeri e 100 km/h per quelli merci.
Si diceva della strada e non a torto perché i lavori interesseranno in seguito con una tempistica da stabilire anche l’impalcato stradale che sarà interamente risanato. Rfi ha messo a punto una minuziosa descrizione dei lavori che TrasportoEuropa è in grado di illustrare in sintesi. L’impalcato stradale sarà demolito e ricostruito interessando in successione una sola corsia di marcia in modo da evitare la chiusura completa al traffico. L’ipotesi è quella di intervenire prima sulla corsia in direzione nord, per poi passare alla demolizione e ricostruzione della corsia sud.
La circolazione, sempre vietata ai veicoli industriali, sarà a senso alternato regolato per fasce orarie sui carichi di traffico e prevedendo due rotatorie di inversione, una scelta che dovrebbe evitare un impatto eccessivo sulla circolazione. In caso contrario, la chiusura con la regolazione semaforica classica, avrebbe provocato non pochi problemi: con puntigliosa precisione Rfi calcolava potenziali incolonnamenti fino a due chilometri e mezzo nella direzione a maggiore domanda oraria.
Resta una questione di fondo. Nessuno nega l’esigenza di riqualificare l’attuale struttura, oltretutto interessata dal doppio traffico, ferroviario e stradale, ma quale sarà il futuro nel momento in cui sarà progettato il quadruplicamento dei binari tra Pavia e Voghera, previsto, ma ancora in alto mare. L’attuale manufatto, pur ristrutturato, sarà affiancato da un nuovo ponte a due binari o sarà opportuno costruite un unico viadotto a quattro binari?
Piermario Curti Sacchi