Sui documenti di Rfi, oltre che storicamente, la Parma-La Spezia rientra tra la rete ferroviaria fondamentale. Ma a differenza di molte altre linee, la classifica in serie A l’ha conquistata per la sua spiccata vocazione merci, mentre è molto più limitato l’interesse per il trasporto passeggeri. Ma così è rimasta un po’ la Cenerentola dei collegamenti ferroviari vista la scarsa sensibilità che c’è sempre stata per le merci su rotaia. A quarant'anni di distanza dai primi progetti solo un terzo della linea, conosciuta come Pontremolese, è stato raddoppiato e ammodernato. Ma ora qualcosa si è mosso. Il Decreto-legge Rilancio del 19 maggio 2020 (articolo 208) stanzia 92 milioni di euro per il raddoppio del primo tratto della linea, tra Parma e Vicofertile.
Indubbiamente è una buona notizia che però va letta nel suo contesto. Si tratta infatti di una manciata di chilometri, esattamente 7,3 che si aggiungono alla quarantina di km già ammodernati su un totale di oltre un centinaio. Molto resta ancora da fare anche perché la tratta ora finanziata prevede di spalmare gli interventi addirittura in dodici anni, dal 2020 al 2032. Questi 92 milioni di euro si sommano ai 96 già previsti dal Contratto di programma Rfi per il 2020 e consentono di passare alla fase dei cantieri.
L’itinerario merci che congiunge la dorsale tirrenica nei pressi della Spezia e del suo porto con Parma e quindi idealmente con il corridoio del Brennero, non ha conosciuto la stessa attenzione riservata invece al Terzo Valico dei Giovi. E tutto questo nonostante le potenzialità e la vocazione logistica dei territori attraversati, a partire ovviamente dal porto della Spezia che detiene il record di una robusta fetta di traffico su ferro, con oltre il 30% dei trasporti per ferrovia. La vecchia linea ottocentesca è parsa ben presto inadeguata sia per il fatto che era a binario singolo (salvo il tunnel in quota), sia per il suo tracciato acclive e con raggi di curvatura eccessivamente stretti e con sagoma ridotta. Dagli anni Ottanta del Novecento si parla di radicale ammodernamento con raddoppio su nuova sede, ma progetti e lavori hanno conosciuto continui rinvii tra mancanza di fondi e scarsa volontà politica. Basti pensare che il progetto di adeguamento della Pontremolese risale alla legge di finanziamento nota come Piano integrativo del 1981.
Lunga 112 km tra Vezzano e Parma, la linea è stata ammodernata finora per poco meno di 40 km, quindi circa un terzo. Fino al 1996 il doppio binario era presente solo nel tratto da Vezzano Ligure a Santo Stefano di Magra. Nello stesso anno è stata aperta la variante di tracciato a doppio binario quasi completamente in galleria da Solignano a Berceto. Nel 2003 è stato inaugurato il nuovo fascio merci La Spezia Marittima. Nel 2005 è entrato in funzione il tratto tra Santo Stefano di Magra e Chiesaccia. Nel 2014 sono terminati i lavori di raddoppio tra Solignano e Fornovo. In compenso, la Pontremolese è stata costruita fin da subito a doppio binario nel tratto centrale tra Pontremoli e Borgo Val di Taro che comprende il tunnel in quota. Ma i due binari in questo caso offrono pochi vantaggi, perché l'opera appare comunque inadatta ai traffici commerciali attuali che richiederebbero un tunnel di base senza vincoli di sagoma per i treni intermodali e senza limiti di composizione.
Piermario Curti Sacchi