Il progetto Rail Baltica, il più importante corridoio ferroviario in costruzione promosso e fortemente voluto dall’Unione Europea, fa due passi avanti e uno indietro. A gennaio 2025 la Polonia aveva annunciato investimenti per oltre 1,4 miliardi di euro (la maggiore gara d’appalto polacca in assoluto per una singola opera) da destinare al potenziamento e alla riqualificazione di una tratta ferroviaria che si sviluppa per cento chilometri e che rappresenta un segmento del corridoio nord-sud ricompreso nel progetto di Rail Baltica.
A distanza di pochi giorni, invece, la Lettonia ha azionato il pedale del freno. Alla base di questa decisione che va un po’ controcorrente anche se non del tutto inaspettata, ufficialmente ci sarebbero difficoltà finanziarie, ma secondo alcuni osservatori, anche se l’aspetto economico potrebbe essere verosimile, forse c’è la volontà da parte delle autorità di Riga di accollare all’Unione Europea il compito di trovare nuove risorse. Del resto, le cifre del contendere sono poche decine di milioni di euro, nulla a confronto con un progetto che per la quota di competenza della Lettonia vale 4,5 miliardi di euro.
Ma tutto questo rischia di rallentare un progetto già avviato e che nel corso del 2024 ha conosciuto una certa accelerazione, per esempio in Estonia dove sono in pieno svolgimento i lavori per il terminal merci Rail Baltica di Ülemiste. Oltretutto la Lettonia si trova tra Estonia e Lituania e quindi a essere in ritardo sarebbe il tassello centrale che vanifica la continuità del nuovo corridoio.
Una volta realizzato, il nuovo corridoio ferroviario destinato a collegare Tallin, capitale dell’Estonia, con la Polonia, attraverso Lettonia e Lituania, avrà una lunghezza di 870 chilometri. Sarà anche la prima direttrice ferroviaria trasversale tra le tre repubbliche baltiche, legandole al continente europeo, mentre finora le relazioni ferroviarie erano strettamente connesse con la realtà russa. Un modo per sottolineare la visione europea è dato anche dalle caratteristiche dell’infrastruttura che adotta lo scartamento standard invece di quello largo di tipo russo, alimentazione elettrica a 25 kV in corrente alternata e sistema di segnalamento europeo Ertms/Etcs.
L’importanza geopolitica di questo investimento è sottolineata dall’impegno dell’Europa che attraverso il programma Connecting Europe Facility (Cef) aveva deciso di coprire fino all’85% gli oneri di costruzione originariamente stimati in 5,8 miliardi di euro, ma ora l’asticella dei costi si stima sia salita a oltre 13 miliardi. RB Rail, la società che sovrintende alla gestione del progetto, comunque ha deciso di procedere. Il 13 febbraio 2025 ha presentato una domanda di finanziamento nell’ambito del programma Cef per progettare e costruire l’intera infrastruttura di telecomunicazioni conforme al nuovo standard che prenderà il posto del Gsm-R, noto come Future Railway Mobile Communication System e che introdurrà per la prima volta la connettività 5G all’interno dei corridoi europei Ten-T.
Piermario Curti Sacchi