La Svizzera è pronta a stanziare fino a 80 milioni di euro per potenziare la ferrovia lungo la riva sinistra del Reno, quasi tutta in territorio francese, da Metz a Basilea via Strasburgo. La proposta era stata avanzata a giugno 2024 dal Consiglio federale e ora formalizzata in attesa dello stanziamento effettivo. Non c’è da stupirsi più di tanto se la Svizzera mette mano al portafoglio per finanziare progetti ferroviari anche al di fuori dei propri confini, in quanto questa decisione è stata assunta già diverse volte a favore dei Paesi confinanti, con in primo piano l’Italia, e non da oggi: la prima convenzione italo-svizzera risale al 1955 in seguito alla quale la Confederazione contribuì finanziariamente all’elettrificazione della ferrovia Novara-Alessandria nel 1960.
L’interruzione in seguito al crollo di Rastatt nell’agosto 2017 ha messo in luce quanto sia essenziale trovare percorsi alternativi lungo il Reno, asse fondamentale del trasporto merci in Europa, sezione chiave del corridoio Ten-T Mare del Nord-Reno-Mediterraneo (già Corridoio Reno-Alpi). La ferrovia Metz-Strasburgo-Basilea non rappresenta l’unica alternativa lungo la riva sinistra del Reno, ma ha il vantaggio di essere una linea elettrificata e per questo motivo la Svizzera intende investire su questo itinerario stimolando l’intervento di Francia e Germania.
Nell’estate 2024, invece, in seguito all’interruzione per lavori nel territorio tedesco, il trasporto merci era stato dirottato sulla Wörth-Lauterbourg-Strasburgo, una linea quasi tutta a trazione termica, a parte le tratte iniziali. Nonostante questi limiti, nel corso dell’estate, è stato possibile gestire il transito fino a venti treni merci al giorno secondo un progetto proposto da Hupac e pianificato da tempo insieme ad altre imprese ferroviarie impegnate nel servizio internazionale.
La società ferroviaria svizzera si è fatta portavoce della richiesta di potenziamento dell’infrastruttura nella regione francese, trovando ora al proprio fianco la Confederazione elvetica pronta a finanziare alcuni interventi essenziali. Hupac in più occasioni ha segnalato la limitata capacità della rete tedesca aggravata dai previsti lavori di ristrutturazione di linee ferroviarie che prevedono la chiusura di numerose tratte per diversi mesi fino a oltre il 2030. L’unica soluzione secondo la società svizzera è potenziare la rete attraverso la Francia, adeguandola per i trasporti intermodali senza limiti di sagoma, il vero limite attuale di questi itinerari alternativi.
Sempre a proposito di itinerari alternativi, la Svizzera ha fatto tesoro della lezione appresa in seguito alla chiusura parziale per poco più di un anno del tunnel di base del Gottardo in seguito al disastro provocato da un treno merci nell’agosto 2023. Subito dopo l’apertura nel 2016 della nuova trasversale alpina che fa parte del progetto AlpTransit, si erano levate molte voci critiche sul mantenimento della linea storica, a causa dei suoi elevati costi di manutenzione. Quest’ultima però si è rivelata provvidenziale durante la parziale chiusura del tunnel di base, anche se ha mostrato alcuni limiti, in particolare quelli della sagoma ridotta non adatta ai treni intermodali. Per questo motivo il consigliere federale Albert Rösti, a capo del Dipartimento dei trasporti, ha preannunciato l’intenzione di investire oltre un miliardo di euro per adeguare anche la linea storica.
Piermario Curti Sacchi