Il crollo del ponte Morandi di Genova ha preoccupato l'opinione pubblica svizzera, un Paese che conta circa 1500 ponti e 1600 cavalcavia. Così, SRF News (portale web della televisione svizzera tedesca) ha intervistato Thomas Rohrbach, il portavoce dell'Ustra, ossia l'Ufficio federale delle strade che gestisce queste infrastrutture. La domanda è stata se un evento simile può accadere anche nella Confederazione e la risposta è stata rassicurante: "Il nostro compito è di garantire che i ponti autostradali possano essere sempre percorribili in modo sicuro. Ciò significa che un crollo di un ponte è semplicemente impossibile, anche quando le condizioni sono un po' inconsuete".
Per spiegare quest'affermazione, Rohrbach afferma che tutti i ponti autostradali svizzeri sono ispezionati costantemente con controlli visivi continui e con ispezioni accurate ogni cinque anni: "È una questione di pianificazione. Sappiamo esattamente quando abbiamo esaminato ogni ponte. Le ispezioni principali sono registrate ogni cinque anni. I lavori necessari non vengono eseguiti solo dall'Ustra, ma anche da società di ingegneria specializzate, che si occupano quotidianamente di ponti. È un lavoro perpetuo. Non si finisce mai di esaminare i ponti". Per controllare quelli più alti, come quelli della Valle Levantina in Ticino, L'Ufficio federale usa anche i droni.
Però, il giornale Sonntagsblick ha scritto il 19 agosto un articolo dove sostiene che circa quaranta ponti svizzeri hanno elementi in "stato critico". L'affermazione si basa sul Rapporto sullo stato delle strade nazionali della stessa Ustra, che sarà pubblicato a settembre. Una delle strutture citate è il viadotto di 260 metri tra tra Fully e Saxon, nel Basso Vallese, costruito negli anni Settanta e ispezionato nel 2014, che presenterebbe danni da corrosione in alcuni piloni. L'Ustra ha comunque dichiarato che questi quaranta ponti non sono pericolosi, altrimenti sarebbero stati chiusi: "Nessuna costruzione nella rete nazionale svizzera è in un così cattivo stato, se così non fosse non avremmo fatto bene il nostro lavoro", ha detto il direttore Jürg Röthlisberger.
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