Senza grandi clamori, a tal punto che la notizia non è stata neppure comunicata online subito dopo (forse perché proprio alla vigilia dell'ennesima manifestazione No Tav l'8 dicembre 2019 in val di Susa), il Consiglio di amministrazione di Telt (Tunnel Euralpin Lyon-Turin), promotore della sezione transfrontaliera della Torino-Lione, ha assegnato la progettazione e la direzione lavori in sotterraneo degli ultimi due grandi lotti lato Italia. L'appalto è stato deliberato a favore della Pini Swiss, società con sede a Lugano, specializzata nell'engineering di grandi opere.
Questi lavori hanno un valore di 1,5 miliardi di euro e comprendono la realizzazione di poco meno di 35 chilometri di gallerie. Si tratta della costruzione principale lato Italia, in val di Susa, che entrerà nel vivo tra circa due anni. Il team di ingegneri che la Pini Swiss coordina raggruppa anche altre grandi società europee di progettazione quali Italferr, Systra e Setec. Il gruppo Pini che può contare su oltre trecento specialisti, è impegnato anche sul lato francese della Torino-Lione, oltre ad aver lavorato al progetto dei tunnel di base del Brennero (BBT) e del Ceneri in Svizzera (AlpTransit).
La galleria ferroviaria di base sotto il Moncenisio si sviluppa tra Susa e Saint-Jean-de-Maurienne per 57,5 chilometri, di cui 45 in territorio francese e 12,5 in Italia. Dal punto di vista operativo sarà scavata da sette frese (TBM) che lavoreranno contemporaneamente su tutti i fronti. Una tratta, e precisamente quella della canna sud a Saint-Martin-la-Porte lunga poco meno di nove chilometri è già stata ultimata, formalmente come tunnel sperimentale ma di fatto scavata nel diametro e nell'asse della futura galleria ad alta capacità. Ormai delineati i lotti in territorio francese. La tratta L3 va da Villard a Clément e vale 180 milioni di euro; la L2 da La Praz a Saint-Martin-la-Porte per 23,1 chilometri e un costo di 1,13 miliardi; la L1 da Villarodin-Bourget a Modane per 21,9 chilometri e un impegno di 1 miliardo.
Piermario Curti Sacchi
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