I controlli attuati dalle società autostradali alle gallerie e ai viadotti del nodo di Genova stanno creando veri e propri blackout della circolazione, che si ripercuotono anche sulla viabilità della città e sull’operatività del porto. Non è un problema nuovo, ma che ha raggiunto il punto d’esasperazione il 9 giugno 2020, quando l’interruzione dell’autostrada tra Genova Pra’ e Genova Pegli per l’ispezione delle gallerie San Paolo della Croce e Rexello è durata oltre le 5.30 (orario previsto per la riapertura) arrivando fino alle 10.00, quando però è stata aperta al traffico solo una corsia. Le seconda corsia è stata riaperta alle 11.15. Un ritardo che ha scatenato un ingorgo non solo sulla tratta a ponente, ma anche sull’A26, fino a toccare la viabilità cittadina.
Le cronache cittadine riferiscono di diciassette chilometri di coda sull’A26 tra Ovada e Genova Pra’ e di sedici chilometri sull’A10 tra Varazze e Pra’, ma anche incolonnamenti sulla Statale Aurelia, dove hanno cercato scampo anche i veicoli pesanti. Nel serpentone sono rimasti intrappolati decine di veicoli industriali per alcune ore, scatenando l’ira degli autotrasportatori, che si stanno mobilitando contro le decisioni relative alle autostrade genovesi, da cui i i rappresentanti dell’autotrasporto sono esclusi. Si parla anche di un fermo di cinque giorni all’inizio di luglio, che raccoglierà tutte le vertenze del trasporto genovese.