In questi ultimi mesi, in seguito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina, è aumentata in modo quasi frenetico l’attenzione verso i corridoi ferroviari dell’Europa centro-orientale, coinvolti nelle nuove relazioni geopolitiche e chiamati a svolgere un ruolo finora rimasto quasi ai margini. Non passa giorno che non vengano varati nuovi piani di intervento e annunciati nuovi investimenti. L’ultimo in ordine di tempo è del luglio 2022 e riguarda la direttrice ferroviaria tra Serbia e Bulgaria.
La Commissione Europea ha approvato un investimento di oltre 110 milioni di euro attraverso il Fondo di Coesione per intervenire sul corridoio, inserito nella rete Ten-T, tra Sofia e il confine con la Serbia. Si tratta della prima fase di ammodernamento e riqualificazione di una linea ferroviaria lunga poco più di 33 chilometri, ma essenziale nelle relazioni tra i due Paesi. La tratta parte da Voluyak, un distretto settentrionale della capitale bulgara Sofia, e si spinge fino a Dragoman, una località a una manciata di chilometri dal confine con la Serbia. Questa linea ferroviaria fa parte del corridoio di trasporto che collega la Turchia con l’Europa centro-occidentale.
L’investimento infrastrutturale ha lo scopo di favorire lo spostamento dei flussi di merci dalla strada alla ferrovia e soprattutto rafforzare le relazioni economiche e commerciali in un’area geografica che sta diventando sempre più determinante. La prima fase dell’intervento, inserito nel Programma operativo delle infrastrutture di trasporto 2014-2020, consiste nel raddoppio dell’attuale binario singolo che sarà elettrificato. Sarà anche installato un moderno sistema di segnalamento, gestione e controllo della linea in modo da renderla interoperabile a livello transfrontaliero. Strettissimi i tempi di realizzazione vista l’urgenza: si stima di completare i lavori entro il 2023.
Nella seconda fase del progetto sarà completata la dotazione tecnologica per l’alta capacità con l’implementazione dello standard Ertms/Etcs. I treni merci potranno così raggiungere la velocità commerciale di 120 km/h. Collegare la Turchia all’Europa rappresenta un’alternativa per il traffico euroasiatico che finora transitava attraverso la Russia. La tratta tra Serbia e Bulgaria ora finanziata dall’Europa è l’ideale prosecuzione del progetto ferroviario in corso tra Halkalı e Kapikule, al confine turco con la Bulgaria.
Piermario Curti Sacchi