L’Unione europea conferma la struttura dei trasporti transfrontalieri impostata sui corridoi Ten-T, ma ritiene utile fare un tagliando che non va inteso come una semplice manutenzione, ma come l’occasione per potenziare il motore. La Commissione europea il 14 dicembre 2021 ha adottato una serie di proposte che hanno come obiettivo quello di modernizzare il sistema dei trasporti in ambito comunitario. Una tra queste in particolare riguarda la rete Ten-T per elevare lo standard dei servizi, incorporando la multimodalità e integrando l’elenco con un nuovo corridoio nord-sud nell’Europa orientale.
La rete Ten-T è stata pensata per integrare ferrovie, vie navigabili interne, rotte marittime e stradali. Collega oltre 400 grandi città con porti, aeroporti e terminal ferroviari. Dal punto di vista del trasporto merci ferroviario, per completare i collegamenti mancanti e modernizzare l’intera rete, la proposta della Commissione prevede una migliore capacità di movimentazione nei terminal merci, tempi di attesa ridotti ai valichi ferroviari di frontiera, treni più lunghi per trasferire un maggior quantitativo di merci e la possibilità di incrementare l’intermodalità ma anche l’autostrada viaggiante (RoLa). Ma soprattutto la Commissione europea prende atto che gli investimenti in corso su tutti i principali corridoi europei procedono a passo ridotto, non rispettando le previsioni di ultimazione lavori.
Per cercare di porre rimedio vengono stabilite una serie di scadenze intermedie da monitorare con attenzione e, se è il caso, da supportare con finanziamenti adeguati. La decisione assunta dalla Commissione è la conferma di quanto deliberato a giugno 2021 dal Consiglio Europeo con lo scopo di accelerare il completamento della rete transeuropea Ten-T semplificando le procedure di rilascio delle autorizzazioni. Accanto ai corridoi principali potranno essere finanziate anche altre opere complementari ma funzionali agli stessi.
La rete Ten-T viene comunque per buona parte confermata nello sviluppo attuale. Chi si aspettava un allargamento della maglia con l’inserimento di nuovi itinerari, magari con il solo obiettivo di ottenere finanziamenti, rimarrà deluso. Per quanto riguarda l’Italia è cresciuta l’attenzione su tutto l’itinerario adriatico prima solo in parte ricompreso, in particolare la componente ferroviaria, mentre al contrario è rimasta esclusa l’ipotesi di creare ulteriori corridoi interni nell’Italia centrale. La proposta della Commissione prevede comunque di valorizzare e potenziare le connessioni locali, e tra queste, per l’Italia c’è per esempio il porto di Civitavecchia.
Positive le reazioni a quest’ultima iniziativa comunitaria da parte degli operatori europei come dimostrano le dichiarazioni congiunte della CER che raccoglie oltre settanta operatori ferroviari e gestori dell’infrastruttura, insieme all’EIM l’associazione dei gestori indipendenti dell’infrastruttura e Unife, l’unione delle imprese di forniture e manutenzione a livello comunitario.
Piermario Curti Sacchi