Con un ruolo di cerniera sempre più strategica tra l’Europa e l’Asia, la Russia intende accrescere la sua funzione di protagonista nei trasporti transcontinentali. E lo fa puntando sulle ferrovie, modalità ideale per delle relazioni impostate su distanze così sterminate. Il Governo di Mosca, alla fine del 2020, ha approvato il piano dei programmi di investimento delle Ferrovie russe RZD per il periodo 2021-2023. Sul piatto è stata messa una dote di oltre 22 miliardi di euro. La quota maggiore andrà agli interventi per potenziare e ammodernare la rete, la più estesa del continente centrale con i suoi 85mila chilometri e con un occhio di riguardo soprattutto per favorire il trasporto merci. Il piano 2021-2023 del resto rappresenta una prosecuzione dei programmi precedenti, come quello 2019-2021 già in avanzata fase di attuazione. In particolare, gli investimenti messi in atto lungo il corridoio Baikal-Amur e sulla Transiberiana hanno permesso uno sviluppo esponenziale del traffico merci tra Mosca e l’estremo Oriente. Secondo le RZD, i volumi delle merci trasportate su queste relazioni risultano raddoppiati tra il 2012 e il 2019.
Le ferrovie russe hanno messo a punto una serie di misure per sviluppare l’infrastruttura nella parte orientale del Paese e per riuscire a eliminare i colli di bottiglia nella regione del Trans-Baikal e nell’estremo oriente, favorendo la crescita dei transiti: il bilancio, ancora provvisorio, di fine 2020 parla di 125 milioni di tonnellate di merci trasportate lungo questo corridoio. In particolare, i trasporti intermodali tra Europa e Cina attraverso la Federazione russa nel 2020 hanno superati i 500mila teu.
I 22 miliardi di euro di investimenti indicati nel piano 2021-2023 si sommano ai 25 miliardi già impegnati nella programmazione precedente che prevede il rinnovamento di 17mila chilometri di binari, oltre all’ammodernamento del sistema di segnalamento, il potenziamento della trazione elettrica e investimenti sull’automazione e il controllo da remoto. Tra questi figura anche lo sviluppo del “treno senza conducente” e lo smistamento autonomo dei carri merci. Il programma non trascura anche i collegamenti con i porti, sia quelli del bacino del Mar Nero sia quelli nord occidentali.
L’offensiva avviata dalle ferrovie RZD non si limita al continente euroasiatico, ma coinvolge anche la penisola balcanica. Progetti gestiti o finanziati direttamente dal governo russo riguardano sia le ferrovie in Serbia dove le RZD sono presenti dal 2014 e stanno investendo su una delle reti europee più arretrate, sia la Slovenia con programmi in parte già in corso che potrebbero raggiungere il miliardo di euro. Un protocollo d’intesa per sviluppare i trasporti lungo la Via della seta è stato sottoscritto anche con le Fs italiane che collaborano da tempo con le RZD soprattutto sul fronte infrastrutturale con l’italiana Italferr.
Piermario Curti Sacchi