L’alta capacità merci tra nord e sud lungo la linea Adriatica può attendere. Mentre da una parte Rfi conferma investimenti su tutta la rete nazionale con gare d’appalto per venti miliardi di euro entro il 2020, così come si valutano le opportunità offerte dal Recovery Fund per rilanciare i trasporti ferroviari, dall’altra parte la burocrazia, o meglio, la più rigida interpretazione delle norme blocca investimenti attesi da decenni.
In particolare, non c’è pace per i trenta chilometri ancora a singolo binario tra Molise e Puglia e precisamente tra Termoli e Lesina nel Foggiano. Un destino avverso si accanisce contro i progetti di adeguamento di questo tracciato, fermo all’Ottocento, parte integrante della linea Adriatica che raggiunge Bari, il Salento e Taranto con il suo porto in fase di rivitalizzazione.
Il ministero dell’Ambiente ha nuovamente bocciato il progetto di raddoppio ferroviario in variante in quanto avrebbe un impatto negativo perché causerebbe troppo rumore per i territori attraversati. Secondo i tecnici della commissione Via non sarebbe sufficiente adottare le classiche barriere antirumore, ma va rivisto e integrato l’intero progetto. Il primo disco rosso era arrivato a cavallo dell’estate 2020, quando lo stesso dicastero dell’Ambiente aveva espresso parare negativo perché la nuova ferrovia avrebbe disturbato l’avifauna locale. In quell’occasione ne era nata una paradossale diatriba tra ornitologi sull’effettiva presenza e nidificazione del fratino, l’uccello della contesa, vicenda che ha fatto il giro del mondo per la sua inconsistenza.
Ora arriva la nuova presa di distanza ministeriale dal progetto che Rfi deve riprendere in mano e rettificare.
Di questo progetto se ne parla almeno da una ventina d’anni, dopo che le ultime tratte ancora a singolo binario sono state ammodernate per buona parte in variante a cavallo tra il 2003 e il 2007 tra Ortona e Vasto e a nord di San Severo, mentre nel dicembre 2018 è entrata in funzione la galleria dei Frentani a nord di Ortona con la quale è stata eliminata una strozzatura, l’ultima esistente per adeguare la ferrovia adriatica ai trasporti merci intermodali senza limiti di sagoma, fatto quest’ultimo che ha rilanciato il servizio merci su questa direttrice favorendo la nascita di imprese ferroviarie anche nel centro-sud d’Italia.
Piermario Curti Sacchi