Nonostante intoppi e ritardi burocratici, alla fine l’8 aprile 2025 Rfi ha dato il via ai lavori di potenziamento della linea ferroviaria Pescara-Roma. Le premesse non erano delle più confortanti in quanto non sono stati pochi gli ostacoli prima di arrivare ai cantieri. Addirittura si è messa di traverso la vicenda di una pista ciclabile che sembrava condizionare la realizzazione di un’opera infrastrutturale così importante come il raddoppio di un corridoio ferroviario fondamentale. È stata la conferma di come gli interessi locali, anche se legittimi, possono rallentare l’avanzata dei lavori anche quando questi sono già stati pianificati.
Protagonista di questa storia è il Comune abruzzese di Scafa interessato dal progetto di raddoppio della ferrovia che ha avanzato a Rfi una richiesta di modifica relativa a un sottopasso ciclo-pedonale nel proprio territorio. Anche se l’istanza alla fine è andata in porto, non altrettanto scontato è stato il disbrigo delle formalità burocratiche perché questa variante progettuale ha dovuto ottenere l’avvallo della Regione Abruzzo. Così a fine marzo 2025 la Giunta regionale ha preso atto che la soluzione progettuale proposta da Scafa è stata recepita da Rfi e quindi ha confermato il parere positivo a favore del gestore della rete ferroviaria per procedere con la realizzazione dell’opera, appena avviata.
A dire il vero stiamo parlando di un mini raddoppio, in quanto i due lotti interessati dai cantieri si estendono per appena 13 chilometri. Appaltati il 12 aprile 2024 al Consorzio Eteria e a Salcef, i lavori valgono 559 milioni di euro (dopo la revisione prezzi) e sono passati quindi alla fase esecutiva solo un anno dopo. Il primo lotto interessa la tratta dall’Interporto d’Abruzzo a Manoppello, il secondo da Manoppello a Scafa. Il raddoppio dei binari verrà ottenuto in parte in affiancamento a quello esistente e in parte in variante per superare l’autostrada A25 e il fiume Pescara. Nel frattempo, in seguito alla conclusione della procedura di Dibattito pubblico, si è arrivati alla redazione del progetto definitivo anche del raddoppio e adeguamento della prima tratta Pescara-Chieti-Interporto d’Abruzzo che nonostante preceda i due lotti successivi, è stata stralciata e arriverà dopo. La lunghezza di questo ulteriore segmento sfiora i 17 chilometri.
Fortunatamente anche se il tracciato in via di potenziamento ha un’estensione limitata, a lavori di raddoppio conclusi, e grazie alla maggiore capacità della linea, un risultato positivo lo si otterrà comunque, quello di valorizzare il ruolo dell’Interporto d’Abruzzo (Interporto Val Pescara) raddoppiando le sue potenzialità. Dall’interporto sarà possibile percorrere il nuovo tracciato verso Pescara e quindi verso la ferrovia adriatica che ha ormai un profilo favorevole per i trasporti intermodali senza limiti di sagoma.
Resta però il fatto che tra appalti assegnati e progetti approvati, gli investimenti interessano una trentina di chilometri in tutto su una direttrice come la Pescara-Roma che si sviluppa per 240 chilometri, dei quali solo i primi 15 chilometri nel nodo di Roma risultano a doppio binario, tutto il resto ricalca la ferrovia ottocentesca a binario singolo che presenta anche pendenze superiori al 30 per mille. La vecchia linea ha anche una sagoma limite non idonea ai trasporti intermodali a standard europeo, un peso assiale limitato e stretti raggi di curvatura. Rfi prevede ulteriori interventi definiti di velocizzazione sulla restate sezione della linea, ma è inutile farsi illusioni sulle prospettive di un raddoppio completo dell’intero corridoio tra Pescara e Roma, se mai si farà.
Piermario Curti Sacchi