Secondo una consuetudine che vale in tutte le latitudini, è stata posata la classica prima pietra della nuova ferrovia che collegherà la Cina con il Kirghizistan e quindi l’Uzbekistan, anche se la fase operativa vera e propria dovrebbe partire a luglio 2025. Il nuovo corridoio ferroviario trans-asiatico che si estende per circa 500 chilometri è fortemente voluto dalle autorità di Pechino all’interno dell’iniziativa conosciuta come nuova Via della Seta (Belt and Road initiative).
La Cina ha impresso una rapida accelerazione a questo progetto, basti pensare che gli accordi tra i tre Paesi interessati sono stati firmati solo il 6 giugno 2024, dopo che nel 2023 era stato completato lo studio di fattibilità. In quell’occasione sono state fissate le regole per il finanziamento, la costruzione e la gestione della nuova ferrovia che avviene attraverso una joint venture partecipata dalle tre amministrazioni ferroviarie statali. Le stime parlano di un costo complessivo vicino agli otto miliardi di euro e sei anni di lavori.
Il corridoio parte dal nodo di Kashgar nella Cina nordoccidentale a un centinaio di chilometri dal confine con il Kirghizistan per raccordarsi alla rete ferroviaria dell’Uzbekistan orientale ad Andijan. La costruzione della ferrovia offrirà anche l’occasione per l’insediamento di moderne strutture logistiche lungo il percorso, compresi terminal merci e magazzini. Si stima che una volta completata, la nuova ferrovia trasporterà fino a 15 milioni di tonnellate di merci l’anno e ridurrà i tempi di percorrenza lungo l’intero corridoio asiatico calcolati in sette giorni. Il progetto è modulare, nel senso che sarà sviluppato per tappe in base all’effettiva rispondenza della domanda di trasporto: all’inizio la ferrovia sarà armata con un solo binario e la trazione sarà termica con la predisposizione per una successiva elettrificazione.
Storicamente Kirghizistan e Uzbekistan sono sempre stati al centro delle relazioni commerciali tra la Cina e l’Europa lungo l’antica via carovaniera tra l’immenso continente cinese e il Mediterraneo. Mentre il Kirghizistan è un paese aspro e montagnoso, l’Uzbekistan ha tratto notevoli vantaggi da questi transiti tanto da dar vita a numerosi insediamenti che si sono sviluppati in modo florido come la nota città di Samarcanda. Ora, soprattutto su pressione della Cina, si vuole rivitalizzare questo ruolo commerciale con uno sguardo verso l’Europa e il Golfo Persico.
Il nodo cinese di Kashgar da dove parte la nuova ferrovia verso l’Uzbekistan, non rappresenta solo il terminale di questo corridoio ma riveste un ruolo da protagonista anche in un altro progetto cinese, questa volta rivolto verso l’Oceano Indiano e in particolare il porto di Gwadar nella provincia pakistana del Balochistan. Sempre da Kashgar già nel settembre 2022 nell’ambito di un servizio sperimentale erano partiti i primi container diretti in Afghanistan, con un percorso misto, stradale e ferroviario.
Piermario Curti Sacchi