Durante il convegno che si è svolto a Genova col titolo “Uno sguardo oltre il ponte”, Bureau Veritas Nexta e Osmos hanno presentato una ricerca da cui emerge che 1900 ponti, sui 61mila esistenti in Italia, presentano “altissimi rischi strutturali”. Sono oltre la metà dei ponti con età superiore a cinquant’anni, a fronte di un'età media dei Paesi G7 che oscilla tra venti e trent’anni. Nel convegno è stato detto che “nella sola Lombardia diciotto ponti, pari al 19%, hanno un’urgente necessità di riclassificazione e manutenzione straordinaria e altri 113, su un totale di circa 200, che necessitano comunque di verifiche e monitoraggi finalizzati anche in questi casi a interventi di manutenzione straordinaria. Solo 25 su 200 fuori dalla fascia di rischio”.
L’evento è stata l’occasione per presentare un sistema di monitoraggio dinamico strutturale delle infrastrutture italiane, che può realizzare una mappa delle priorità d’intervento di ristrutturazione dei ponti a rischio, basandosi anche sulla base dei carichi di lavoro, come quelli causati dal passaggio di veicoli industriali. Questo sistema è stato sviluppato da Nexta (società del gruppo Bureau Veritas specializzata nei controlli e nelle verifiche sulle infrastrutture) e Osmos (che realizza i sistemi di monitoraggio).
Il sistema di controllo è costituito da sensori installati nei ponti connessi tramite fibre ottiche che trasmettono i dati relativi allo stress a una sala di controllo centrale, dove uno specifico software li elabora. “Questa attività di monitoraggio, verifica ed elaborazione della mappa del rischio presenta tre vantaggi del tutto innovativi: la facilità di installazione dei sistemi di monitoraggio, il rilievo e la localizzazione dei danni delle strutture e quindi i tempi di emergenza per un intervento di manutenzione straordinaria”, spiega Patrice Marc Pelletier, Deputy Chief Executive Officer di Osmos.
Questo sistema di sorveglianza, precisa Marco Sostaro, Managing Director di Bureau Veritas Nexta “consente di definire quali decisioni il gestore dell’infrastruttura deve assumere in funzione di specifici parametri derivanti dalle attività di sorveglianza e di monitoraggio, in funzione delle classi di attenzione attuali e tendenziali e della strategicità dell’opera per il tessuto infrastrutturale di cui fa parte”.