Il 13 dicembre 2020 con l’apertura all’esercizio effettivo del tunnel di base del Ceneri, la nuova ferrovia transalpina attraverso la Svizzera diventerà realtà. Così si legge nei documenti e nelle dichiarazioni politiche. Ma c’è chi sostiene che in realtà si tratta di un’opera lasciata a metà. Il 24 novembre 2020 il Gran Consiglio, in pratica il parlamento del Canton Ticino, ha approvato all’unanimità quella che tecnicamente è una mozione ma che assume la forza di un documento politico rivolto al governo di Berna dal titolo fin troppo chiaro: “AlpTransit incompleta: quali rischi per il Ticino e per la Svizzera”.
Il Ceneri viene giudicato un importante traguardo, ma solo intermedio, “non si può essere soddisfatti delle prospettive per i prossimi decenni”. Se non si procede subito con il completamento dell’opera con il tracciato a sud di Lugano e l’aggiramento di Biasca e Bellinzona, il rischio è quello che interessi contrastanti ne facciano ritardare la realizzazione e “che si rimanga ancora per decenni con un’opera straordinaria ma incompleta”.
La mozione che era stata originariamente depositata nel settembre 2019, nel frattempo è stata discussa dal Consiglio di Stato che l’ha sostanzialmente avvalorata. L’indicazione è quella di inserire il completamento del sistema AlpTransit in occasione della riunione della Camere federali prevista nel 2021 con all’ordine del giorno l’aggiornamento delle prospettive a lungo termine della pianificazione degli investimenti in ferrovia, indicati come FA 2040. Di più non si può fare, ma sarebbe già una svolta, perché verrebbe stabilita una data precisa.
In sintesi: l’infrastruttura ferroviaria viene ampliata per fasi in un programma di sviluppo indicato come Prossif. Finora sono stati decisi due pacchetti di opere, FA 2025 e FA 2035 che indicano l’orizzonte temporale entro il quale avviare i piani di investimenti. Se così fosse, il completamento di AlpTransit sarebbe programmato per il 2040. La mozione ora approvata a novembre 2020 all’unanimità dal Gran Consiglio assume il valore di una richiesta formale avanzata dal Canton Ticino al Governo nazionale.
Il completamento di AlpTransit chiuderebbe idealmente una pagina storica di tunnel stradali e ferroviari che è un filo conduttore lungo oltre tre secoli. Un’opera iniziata idealmente nel 1707 quando dopo appena undici mesi di lavori venne scavata una galleria di appena 64 metri conosciuta come Buca di Uri, primo traforo rudimentale attraverso le Alpi, nell’omonimo cantone svizzero appena al di là del San Gottardo ora attraversato dal tunnel ferroviario dei record.
Piermario Curti Sacchi