Il blocco di sei giorni del Canale di Suez causato dall’intraversamento della portacontainer Ever Given, che secondo alcune stime avrebbe causato un danno di quasi dieci miliardi di dollari al giorno, ha ricordato che il flusso delle merci che alimenta l’Europa transita attraverso una via d’acqua larga al massimo 225 metri, la cui unica alternativa è la circumnavigazione dell’Africa.
Questo incidente ha riportato in primo piano un progetto promosso dall’Onu per la costruzione di un secondo canale tra il Mar Rosso e il Mediterraneo, che scorrerebbe lungo il confine tra Egitto e Israele. In particolare, il canale partirebbe nella parte settentrionale del Golfo di Aqaba e sfocerebbe nel Mediterraneo vicino al confine meridionale della Striscia di Gaza. L’Onu aveva commissionato uno studio alla società OFP Lariol, secondo cui il nuovo canale si può scavare in cinque anni, grazie alla nuove tecnologie.
L’Onu aveva anche prospettato una seconda alternativa, che prevede il passaggio dal Mar Rosso al Mediterraneo usando il fiume Nilo, collegandolo al mare a sud di Luxor. Però in questo caso, il fiume non permette il transito di grandi navi, quindi richiederebbe il trasferimento del carico su navi più piccole. Inoltre, il livello del Nilo varia durante l’anno e il fiume sarebbe inquinato da acqua salata.