Tra investimenti in corso e idee progettuali da sviluppare, l’attenzione di Rfi si concentra sul Piemonte nord-orientale. Partiamo dai programmi a breve scadenza, ormai sulla rampa di partenza. Il gestore della rete ferroviaria ha avviato la conferenza di servizi per l’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica per attrezzare con il sistema di segnalamento a standard europeo Ertms l’intera tratta lunga poco meno di 40 chilometri tra Novara (per la precisione Vignale) e Arona. L’investimento rientra nel piano accelerato per la migrazione verso le nuove tecnologie che prendono il posto dei sistemi attuali di sicurezza, distanziamento e protezione della marcia dei treni. Lo standard scelto è l’Etcs L2 con apparati centrali computerizzati e blocco radio.
Questo progetto rappresenta un tassello inserito nel quadro più vasto che interessa il corridoio Ten-T Mare del Nord-Reno-Mediterraneo (già corridoio Reno-Alpi). Lo standard Ertms è già in esercizio sulla linea del Sempione tra Iselle e Domodossola (prima tratta a essere attrezzata nel 2018) seguita dalla Domodossola-Novara nel 2019, quindi dalla Ranzo-Luino verso il Gottardo, sempre nel corso dello stesso anno, oltre alla Domodossola-Borgomanero-Vignale. L’obiettivo del gestore della rete ferroviaria è concludere l’adeguamento di tutte le linee di adduzione al valico del Sempione entro il 2028. A parte la Monza-Chiasso adeguata nel 2022, come si può vedere è sul fronte piemontese che si concentrano gli investimenti nella tecnologia del segnalamento portati avanti da Rfi.
L’altro grande itinerario, quello che da Milano porta a Genova via Tortona arriverà solo in seguito ai lavori del Terzo Valico. L’ammodernamento tecnologico completa gli interventi infrastrutturali in corso, cofinanziati dalla Svizzera, per adeguare tutte le linee di valico a favore dei trasporti intermodali senza limiti di sagoma, lavori impegnativi subordinati a lunghe chiusure durante i mesi estivi.
Non ci sono solo progetti in fase attuativa nel portafoglio delle iniziative di Rfi in Piemonte. Il gestore della rete ha avviato anche uno studio preliminare per verificare la fattibilità della riapertura della Santhià-Arona, linea chiusa all’esercizio (formalmente sospesa) dal giugno 2012. La tratta, lunga poco più di una sessantina di chilometri, collegava il Vercellese con l’alto Novarese e il servizio ferroviario, allora solo passeggeri, è stato sospeso in quanto la Regione Piemonte non ha ritenuto più economico pagare il contratto di servizio a Trenitalia per via dello scarso traffico.
Nel 2023 vennero stanziati cinque milioni di euro destinati a Rfi per avviare uno studio preliminare sulla riapertura. Lasciando da parte ipotesi fantasiose caldeggiate dai sindaci locali a favore di un servizio turistico tra Torino e il lago Maggiore, per non dire con la Svizzera, l’analisi di Rfi che non si limita a un semplice ripristino potrebbe approfondire anche l’ipotesi se esistono spazi per realizzare un itinerario ferroviario alternativo per le merci, nel qual caso però andrebbero messi in conto investimenti di una certa portata sulla rete. La riapertura a fini commerciali della Santhià-Arona era già stata proposta in un documento sugli sviluppi della logistica da Unioncamere e Confindustria Piemonte.
Piermario Curti Sacchi