I lavori di potenziamento della ferrovia tra Rho e Gallarate possono ripartire, fino a prova contraria, ma forse sarebbe più corretto dire, fino a che la giustizia amministrativa non si metterà nuovamente di traverso, perché l’ultima parola non è ancora detta. Per ora comunque c’è il disco verde. Lo ha acceso il Consiglio di Stato con l’ordinanza numero 45 del 2025 con la quale è stata accolta la richiesta presentata da Rfi contro la sentenza del Tar Lombardia del 25 ottobre 2024 (numero 3488) che al contrario aveva bloccato tutti i cantieri.
Occorre subito chiarire che la strada non è definitivamente spianata, perché l’ordinanza del Consiglio di Stato tecnicamente è solo “sospensiva” rispetto alla sentenza del Tar Lombardia, resta da definire l’esame di merito. Comunque sia, i cantieri possono subito riaprire e, secondo quanto si apprende dal Comune di Vanzago, uno degli enti locali che hanno sempre contestato il progetto, i lavori riprenderanno lunedì 20 gennaio 2025 con tutta una serie di opere preliminari.
Al Tar Lombardia si era rivolto un Comitato civico contro il potenziamento della ferrovia insieme a un gruppo di un’ottantina di cittadini coinvolti, anche se solo indirettamente, nel progetto. Il ricorso era incentrato soprattutto su un aspetto che potrebbe apparire più un cavillo giuridico che una questione di fondo, l’aggiornamento della Valutazione d’Impatto Ambientale in seguito alla parziale revisione del progetto avvenuta nel corso degli ultimi anni e sulle competenze a riguardo tra Cipess e commissario straordinario. Il Tar Lombardia aveva accolto preventivamente queste istanze e aveva dichiarato la sospensiva che ora il Consiglio di Stato ha però ribaltato.
L’appalto del valore di oltre 259 milioni di euro venne assegnato a fine ottobre 2023 e prevede il quadruplicamento della prima tratta della ferrovia e precisamente tra Rho e Parabiago per un’estensione di circa nove chilometri oltre alla realizzazione di una bretella di raccordo all’altezza di Busto Arsizio per collegarsi alla linea verso l’aeroporto della Malpensa.
Ci sono voluti vent’anni per passare dal progetto preliminare all’aggiudicazione della gara per i lavori di potenziamento della ferrovia tra Rho e Gallarate, asse fondamentale per raggiungere i valichi internazionali del Sempione e di Luino. Dopo un percorso travagliato costellato da numerosi ricorsi che hanno comportato la revisione del progetto, si è arrivati alla fase operativa, oltretutto stralciando l’intervento in due parti, di cui solo la prima, la Rho-Parabiago, è andata in gara, finanziata anche con i fondi del Pnrr.
In futuro è in programma il completamento degli interventi di potenziamento su tutta la tratta tra Rho e Gallarate, ma la seconda fase, quella tra Parabiago e Gallarate sarà oggetto di un appalto successivo. In questa seconda tratta si prevede solo la posa di un terzo binario e non il quadruplicamento, in quanto impossibile da realizzare per i vincoli urbanistici esistenti.
Solo a lavori ultimati, quindi in uno scenario ipotizzato sicuramente oltre il 2030, l’asse ferroviario fondamentale tra il nodo di Milano e i valichi alpini nord-occidentali potrà assolvere alla sua funzione con la separazione dei flussi tra le varie tipologie di traffico garantendo anche ampio spazio per il trasporto merci che interessa l’asse del Sempione e la direttrice verso Luino.
Piermario Curti Sacchi