Secondo gli osservatori più attenti della spesa pubblica è uno degli esempi più emblematici dei limiti rappresentati dal Pnrr, quando i fondi disponibili pur di essere impegnati vengono erogati tanto per spendere. È questo il caso degli interventi avviati sul nodo ferroviario di Augusta. Per la precisione si tratta di due opere distinte: la variante della linea ferroviaria storica con la realizzazione della nuova stazione e la bretella di collegamento con il porto della località siciliana.
A chiedersi il vantaggio di quest’ultimo intervento, secondo quanto risulta, sono addirittura molti operatori portuali che avanzano dubbi su un investimento di questa portata per la movimentazione delle merci in un porto che ha già rinunciato a diventare un hub container per il Mediterraneo centrale, anche per il fatto che pesa la concorrenza del vicino scalo di Gioia Tauro. Oltretutto un eventuale treno composto nel porto di Augusta sconterebbe la rottura di carico per l’attraversamento dello Stretto.
Anche la dislocazione degli spazi non giocherebbe a favore in quanto la maggior parte dei piazzali di carico e scarico si trova al di fuori del perimetro del porto commerciale e quindi lontano dalle banchine. Eppure, nonostante si parli molto di revisione del Pnrr e di ridefinizione degli obiettivi da finanziare, pare che il progetto di Augusta vada avanti, anche se con un inciampo sui costi.
Il Pnrr prevedeva di destinare 75 milioni di euro ad Augusta per la bretella di collegamento con il porto, ma i costi secondo una convenzione stipulata con tutti i soggetti interessati vengono ora stimati da Rfi a tariffe 2023 in 110 milioni di euro. Pertanto, a questo punto i casi sono due: o sarà possibile integrare la quota di finanziamenti mancanti o sarà avviata solo una prima fase di lavori, rendendo ancora più aleatoria tutta l’operazione.
Mentre gli operatori, abituati a una visione concreta delle prospettive economiche, restano scettici, è solo la classe politica locale, e non solo, a immaginare il porto di Augusta come al centro degli scambi euro-mediterranei quale porto principale del Mediterraneo. Ciò che appare sproporzionato è anche il rapporto tra i costi, più di cento milioni di euro, e il breve tracciato della bretella di connessione alla rete ferroviaria da realizzare.
Anche sul nodo ferroviario, come si diceva, non mancano le novità. La variante della linea ferroviaria storica Catania-Siracusa dovrebbe per prima arrivare all’apertura dei cantieri in quanto è già stata programmata la conferenza dei servizi. Il progetto prevede la realizzazione di un tracciato alternativo di circa tre chilometri in sostituzione degli oltre sette chilometri della linea storica caratterizzati da un percorso molto critico, insieme alla costruzione della nuova stazione passeggeri, fuori dal centro storico e denominata Città di Augusta.
I costi iniziali, stimati in occasione del Pnrr sono di circa 66 milioni di euro, ma anche in questo caso secondo l’aggiornamento prezzi di Rfi potrebbero raggiungere i cento milioni.
Piermario Curti Sacchi