Il calendario era già stato fissato. Il 4 settembre 2020 era in programma la cerimonia di consegna della galleria di base del Ceneri da parte del costruttore al futuro gestore, vale a dire le Ferrovie Federali Svizzere. A dicembre 2020 i treni avrebbero percorso regolarmente il nuovo tunnel. Dopo l’emergenza sanitaria, e il fermo di sei settimane, era ripresa l’attività che precede la messa in esercizio del nuovo tracciato ferroviario. Poi il colpo di scena: il 3 giugno 2020 Ffs ha annunciato di non essere pronta. Il portavoce delle ferrovie Patrick Walser ha ammesso i ritardi non tanto sui cantieri, quanto su altri aspetti, come la disponibilità dei nuovi treni per il servizio regionale passeggeri. Pronta la replica del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali: “Era da molti anni che aspettavamo questo momento, mentre le Ffs si sono perse in opere accessorie”.
In realtà, il tunnel del Ceneri dovrebbe essere comunque aperto a dicembre, ma saranno pochi i convogli che potranno utilizzarlo in questa prima fase, e tra questi dovrebbero esserci quasi sicuramente i treni merci. Salta invece l’ambizioso progetto di rivedere tutta la rete dei treni regionali, piano rinviato al 5 aprile 2021. Secondo il direttore del Datec, Zali tutto questo vanifica in parte quanto fatto finora, perché nel frattempo stanno andando a collocarsi tutti gli altri tasselli del più grande progetto di attraversamento delle Alpi. A febbraio 2020 è stata posata l’ultima traversina che completa i binari all’interno del nuovo tunnel del Bözberg, l’opera singola di maggiore impegno inserita nel progetto del “corridoio dei 4 metri”. Entro giugno 2020 si completerà la seconda tappa che consiste nell’attrezzare la galleria con tutti i componenti della tecnica ferroviaria, alimentazione elettrica, sistema di segnalamento e sicurezza. Poi partirà la fase di test e il pre-esercizio per arrivare all’apertura al traffico a dicembre 2020.
Il nuovo tunnel sostituisce quello storico ottocentesco di analoga lunghezza, due km e mezzo, non adatto però al transito dei treni merci intermodali a grande sagoma. Per ragioni di opportunità si è deciso di realizzare un nuovo tunnel invece di intervenire su quello esistente che resterà come galleria di soccorso parallela. Il “corridoio dei 4 metri” insieme alla nuova ferrovia transalpina (AlpTransit) con i tunnel di base del San Gottardo e del Ceneri, consente il transito di tutti i trasporti intermodali senza limiti. Si calcola che il via libera all’inoltro di semirimorchi stradali alti quattro metri si traduca nel transito su ferrovia di 160mila spedizioni aggiuntive all’anno.
I lavori di adeguamento della sagoma ferroviaria da concludere entro dicembre 2020 stanno interessando l’intero corridoio merci tra Chiasso e Basilea lungo circa 270 km, oltre alle tratte di accesso in Italia, via Chiasso e via Luino (il Sempione era già stato adeguato in precedenza). Una scommessa che la Svizzera non poteva mancare a tal punto che i lavori sull’itinerario di Luino sono stati interamente finanziati dalla Confederazione elvetica per circa 200 milioni di euro (a fondo perso).
Sulla Chiasso-Basilea i lavori di adeguamento, ormai alle battute conclusive, sono stati lunghi, complessi e con ricadute anche sulla regolarità dell’esercizio. In dettaglio sono state adeguate una ventina di gallerie esistenti (senza doverle costruire ex novo come il Bözberg), più una serie diffusa di interventi su elementi che compromettevano la sagoma, come sovrappassi, pensiline, impianti di segnalamento: in tutto circa 150 ostacoli da modificare, con un investimento complessivo di circa 700 milioni di euro. Sarà tutto pronto per dicembre 2020? Ceneri dimezzato a parte, la risposta è affermativa sia per la Svizzera sia, una volta tanto, per l’Italia. Mentre a nord di Basilea, in Germania, i lavori saranno ancora in corso.
Piermario Curti Sacchi