È un passo in avanti, anche se di modesta estensione, per il raddoppio e l’adeguamento complessivo della ferrovia Orte-Falconara, tratta centrale della direttrice Roma-Ancona. Rfi ha aggiudicato la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di raddoppio di un lotto lungo circa quattro chilometri tra Albacina e il PM 228, il posto di movimento dove termina la tratta già adeguata in arrivo da Fabriano.
L’appalto, assegnato a Eteria Consorzio Stabile e Salcef, ha un valore di 87 milioni di euro ed è finanziato in parte con i fondi del Pnrr. Il raddoppio della tratta tra Albacina e il PM 228 si aggiunge a quello già in via di realizzazione tra Genga e Serra San Quirico, assegnato allo stesso raggruppamento di imprese nell’ottobre 2023. Questo ulteriore lotto si sviluppa per nove chilometri, oltre la metà dei quali in galleria e ha un valore di 374 milioni di euro.
C’è da dire che le linee ferroviarie trasversali appenniniche, tra cui la Roma-Ancona, non sono mai finite sotto una buona stella. Con la sola eccezione di quella più meridionale, la Napoli-Foggia-Bari i cui lavori di radicale adeguamento sono in avanzata fase di realizzazione, per le altre, vale a dire la Pontremolese Parma-La Spezia e la Roma-Pescara, i passi in avanti sono sempre stati modesti o, meglio, portati avanti senza fretta nei decenni.
Nel frattempo, a proposito della Roma-Pescara, in seguito alla conclusione della procedura di Dibattito pubblico, si è arrivati alla redazione del progetto definitivo del raddoppio e adeguamento della prima tratta Pescara-Chieti-Interporto d’Abruzzo. La lunghezza di questo segmento sfiora i 17 chilometri. I successivi due lotti che si estendono per circa 13 chilometri sono già stati appaltati il 12 aprile 2024 per un valore di oltre 477 milioni di euro: il primo interessa la tratta dall’Interporto d’Abruzzo a Manoppello, il secondo da Manoppello a Scafa. Il raddoppio dei binari verrà ottenuto in parte in affiancamento a quello esistente e in parte in variante per superare l’autostrada A25 e il fiume Pescara.
Tra appalti assegnati e progetti approvati gli investimenti interesseranno una trentina di chilometri in tutto su una direttrice come la Pescara-Roma che si sviluppa per 240 chilometri, dei quali solo i primi 15 chilometri nel nodo di Roma risultano a doppio binario, tutto il resto ricalca la ferrovia ottocentesca a binario singolo che presenta anche pendenze superiori al 30 per mille. La vecchia linea ha anche una sagoma limite non idonea ai trasporti intermodali a standard europeo, un peso assiale limitato, con moduli ferroviari di stazione inferiori a 750 metri e stretti raggi di curvatura.
Occorre però riconoscere che, nonostante il tracciato in via di potenziamento abbia un’estensione limitata, a lavori di raddoppio conclusi, e grazie alla maggiore capacità della linea, sarà possibile valorizzare il ruolo dell’Interporto d’Abruzzo (Interporto Val Pescara) raddoppiando le sue potenzialità. Dall’interporto sarà possibile percorrere il nuovo tracciato verso Pescara e quindi verso la ferrovia adriatica che ha ormai un profilo favorevole per i trasporti intermodali senza limiti di sagoma.
Piermario Curti Sacchi