Domenica 24 marzo 2019 si è svolta a Courmayeur una commemorazione per le 39 vittime dell'incendio nel tunnel del Monte Bianco, in occasione dei vent'anni dall'evento. Tutto iniziò verso le 10:30 del 24 marzo 1999, quando l'autoarticolato guidato dall'autista belga Gilbert Degrave imboccò la galleria verso l'Italia. Circa diciotto minuti dopo l'ingresso il camion prese fuoco e iniziò un violento incendio all'interno della galleria, alimentato sia dall'allestimento del semirimorchio, formato da pannelli isotermici, sia dal suo carico, composto da margarina. Dopo alcuni muniti vennero chiusi gli accessi su entrambi i versanti, ma le fiamme e il fumo uccisero trentanove persone rimaste negli autoveicoli intrappolati nell'ingorgo causato dall'incendio. Una delle vittime fu Pierlucio Tinazzi, soprannominato Spadino, un addetto alla sicurezza che con la sua motocicletta entrò nel tunnel in fiamme per cinque volte, salvando dieci persone. Durante l'ultimo intervento fu costretto r rifugiarsi con un camionista francese che stava soccorrendo in un locale di sicurezza della galleria, dove fu trovato morto insieme con l'autista. Tinazzi ottenne la medaglia d'oro al valore civile e ogni anno davanti all'ingresso del tunnel si svolge un raduno di motociclisti in suo onore.
Ci vollero due giorni per spegnere le fiamme e tre anni per riparare il tunnel, che venne praticamente ricostruito inserendo nuove misure di sicurezza e riaperto al traffico il 9 marzo 2002. Dopo il disastro scoppiarono polemiche sulla sicurezza dell'opera, che spinsero l'Unione Europea a emanare una Direttiva sulla sicurezza delle gallerie stradali. Il 27 luglio 2005 il Tribunale francese di Bonneville ha emesso una prima sentenza sull'incidente, affermando che avrebbe potuto essere evitato. Il giudice condannò diversi dirigenti delle società italiana e francese che gestisce l'infrastruttura, con condanne fino a 24 mesi. L'autista del camion venne condannato a quattro mesi, mentre venne prosciolta Volvo Trucks, produttrice del camion che guidava.
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