Rivalta sarà il primo dei tre nuovi terminal buffer che sorgeranno nei prossimi anni per dare respiro al porto di Genova dai traffici di container container nell'ambito del progetto E-Bridge (Emergency and Road Information Development for the ports of Genoa) candidato dal ministero dei Trasporti a un co-finanziamento comunitario nell'ambito della tornata 2018 dei fondi CEF (Connecting Europe Facility). Lo ha annunciato Rodolfo De Dominicis, presidente di Uirnet, durante un incontro con le istituzioni locali a Tortona (Alessandria). Egli ha spiegato come Rail Hub Europe (l'ex Rivalta Terminal Europa) è destinato a ospitare la prima struttura sperimentale progettata per rispondere alla necessità di crescita delle attività portuali genovesi.
De Dominicis, affermando che la Bei metterebbe a disposizione 30 milioni di euro per costruire tre buffer, ha precisato che le merci arriveranno a Rivalta su camion e saranno poi trasferiti in porto con veicoli industriali alimentati a gas metano liquefatto, quindi con basso impatto ambientale. I camion si fermeranno in questi buffer dotati di tutti i servizi necessari (stalli, pompe di carburante, officine e servizi) e, una volta scaricato il container, potranno prelevare un nuovo carico e ripartire. Una riorganizzazione che quindi sposterebbe le banchine dei terminal portuali genovesi nel retro-Appennino. I buffer, con un impatto ambientale pari a zero (caratteristica imposta dalla Bei per ottenere il finanziamento), hanno bisogno di 100mila metri quadrati di superficie e possono occupare circa duecento persone ciascuno. La struttura che potrebbe nascere a Rivalta Scrivia sarebbe la prima perché è quella già pronta con un collegamento ferroviario diretto e lì, sempre secondo il presidente di Uirnet, potrebbe anche nascere una scuola per autisti di camion.
Questo progetto pilota di buffer è parte del più ampio disegno ribattezzato E-Bridge che il ministero dei Trasporti ha candidato per un co-finanziamento comunitario da 20 milioni nell'ambito del bando Connecting Europe Facility 2018 con il supporto anche di RFI. Partner del progetto sono Uirnet, l'Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale e Circle. La richiesta alla Commissione Europea rientra in un programma che include diverse iniziative che saranno progettate e sviluppate in maniera integrata e complementare, tra cui una proposta di RFI per l'adeguamento del nodo ferroviario del Campasso e delle connessioni retroportuali (valore 1,8 milioni di euro) e una proposta del ministero dei Trasporti per costituire una banca dati sullo stato delle infrastrutture (valore 3,2 milioni di euro).
Tra le linee d'azione previste ci sono: il ridisegno organizzativo e informativo del sistema di ultimo miglio ferroviario, il completo adeguamento dei varchi portuali e dei gate terminalistici anche in relazione alle esigenze di connessione informativa con gli ambiti logistici esterni al perimetro portuale, la realizzazione di aree di sosta intelligenti all'interno delle aree portuali e la progettazione e implementazione di un progetto pilota per realizzare aree buffer esterne all'ambito portuale.
Fra gli obiettivi prefissati con il progetto E-BRIDGE figurano: una riduzione del 20% dei tempi delle manovre ferroviaria, 35 minuti di tempo per le operazioni di gate-in e gate-out dei mezzi con a bordo i container, un incremento del trasporto su ferro da e per il porto di Genova dall'attuale 15 al 30% e infine un incremento della capacità portuale fino a 4,8 milioni di teu annui. Per quanto riguarda le tempistiche, il disegno E-Bridge dovrebbe completarsi entro il 2023 e il suo costo complessivo è previsto in 85 milioni di euro. Di questi, 30 milioni saranno fondi statali (provenienti dal Decreto Emergenze n.109/2018 dello scorso settembre), circa 2,4 milioni regionali o locali (legge 18/2017), 30 milioni dalla Bei per i quali si sta attivando Uirnet, 3,5 milioni da Logistica Digitale (concessionario della piattaforma logistica nazionale), 2 milioni da parte di altri investitori privati (fra i papabili Voltri Terminal Europa e Sech), 7 milioni verranno messi sul piatto dai partner del progetto e infine 10 milioni andranno trovati in altri progetti comunitari (TEN-T, Marco Polo II, ESIF, FP7, H2020 o altri). Per sapere se E-Bridge otterrà il co-finanziamento comunitario bisognerà attendere i risultati dal bando CEF 2018 attesi in primavera.
Nicola Capuzzo
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